“Il porto è troppo importante: le sue vicende interne e le divergenze, se ci sono, non possono finire sui giornali per essere trattate come una telenovela né le divergenze manageriali possono diventare terreno di scontro tra opposte tifoserie”. Lo sostiene il consigliere regionale, Marietta Tidei, per la quale lo scalo deve andare avanti liberandosi del passato, una triste stagione che ha lasciato una rete di privilegi, clientele e debiti.
“Insomma – aggiunge – non si è ancora ingiallita la fotografia fatta tre anni fa dal Capo degli ispettori del Mef e i rilievi segnalati alla Corte dei Conti, ma è rimasta appesa nello studio del Presidente, dove ora siede Di Majo. Un’eredità fatta di oltre cento contenziosi lasciati aperti, di una pesante condanna a risarcire la Total Erg, dell’affaire Port Mobility, caduta in mano ai privati – di fatto una famiglia – con un asset di 400 milioni in 30 anni senza mai aver vinto una gara. In tutto questo, il presidente Francesco Di Majo è la persona giusta per rimettere a posto le cose e contemporaneamente mandare avanti i progetti. Tra poco, mi risulta, prenderà il via il nuovo piano delle opere portuali e le imprese locali devono essere messe in condizioni di competere con un approccio del tutto “open”, che garantisca a tutti di partecipare, organizzando per tempo la loro struttura, i loro processi interni e formando, se necessario, le professionalità richieste. Sul piano personale mi dispiace che ci siano stati dissapori con la dottoressa Macii e che le sue esternazioni, come prevedibile, siano state riprese anche da quei giornali che di recente avevano pubblicato attacchi volgari e personali contro il Presidente. Ma capisco il momento di umana debolezza e sono certa che prevarrà in lei la professionista, rimanendo costantemente e visibilmente sempre “super partes”, senza cedimenti o concessioni alla sfera personale, tra cui ricomprendo anche lo sfogo di questi giorni. Lo sviluppo del porto deve andare avanti nell’interesse della città e di tutto il territorio. Le volgarità e le spy stories lasciamole a chi non ha altro a cui pensare. I rappresentanti delle istituzioni tutte, al di là del colore politico, diano una mano ai processi di sviluppo del territorio”.