“Una situazione già grave, a Civitavecchia per consumi e chiusure commerciali, verrà ulteriormente aggravata”. È il pensiero del presidente dell’associazione “Meno Poltrone Più Panchine”, Tullio Nunzi in merito al progetto dell’outlet di Fiumaretta. Secondo Nunzi sarebbe invece necessario rafforzare il commercio urbano e contrastare la desertificazione commerciale, presente ormai in zone e vie centrali. L’esponente di Meno Poltrone Più panchine auspica che la volontà di trasformare Civitavecchia in un territorio moderno e innovativo, sia presente nei programmi elettorali.
“Secondo alcuni dati Confcommercio – spiega Nunzi – negli anni 2008 2018, i centri storici hanno perso circa il 10% dei negozi in sede fissa. In pratica quasi 70mila negozi in meno; crescono negozi di tecnologia, cade il numero di negozi tradizionali che escono dai centri storici: aumentano alberghi e pubblici esercizi. Sempre secondo l’organizzazione dei commercianti, Il 70-80% della riduzione è dovuto a razionalizzazione e scelte relative a scarsa redditività e competizione con e-commerce, centri commerciali ed Outlet. Ovvio che una situazione già grave, a Civitavecchia per consumi e chiusure commerciali, verrà ulteriormente aggravata dall’outlet di Fiumaretta. Sarebbe invece necessario rafforzare il commercio urbano e contrastare la desertificazione commerciale, presente ormai in zone e vie centrali. I negozi di vicinato, i pubblici esercizi, svolgono un ruolo economico, ma soprattutto sociale, danno vita a relazioni di prossimità tra persone(leggi il vecchio mercato) spazi fisici ed economie locali; questo avviene sia nei centri storici,ma in particolare nelle periferie, in molti casi degradate per alleviare tensioni sociali e dare sensazioni di sicurezza. I territori, in particolare il nostro, deve tornare competitivo, con capacità di attrazione; le attività economiche del terziario sono determinanti per la qualità del vivere urbano. E la qualità del vivere urbano è importante per residenti e turisti. I commercianti che debbono competere con internet, commercio elettronico,poteri finanziari, si trovano poi ad operare in un sistema territoriale creato ai tempi di Napoleone(province comuni e Prefetture), e con una burocrazia altrettanto arcaica. La politica ,per il momento affaccendata in altre cose, dovrebbe comprendere che un territorio moderno e innovativo, insieme a cultura e turismo determina un sistema produttivo vincente, un volano per economia ed occupazione. E l’auspicio che di questo ci sia traccia nei programmi elettorali”.