Si chiude l’era di Carlo Micchi al vertice di Hcs. Il liquidatore della ex holding dei servizi comunali, posta in fallimento da oltre cinque anni e attualmente in regime di concordato, ha infatti rassegnato le sue dimissioni dall’incarico. Lo ha fatto facendo protocollare una lettera alla segreteria del sindaco nella quale annuncia la sua decisione di farsi da parte.
Una comunicazione, quella del dottor Micchi, che, a quanto sembra, sarebbe condita anche da una serie di valutazioni non propriamente positive su quello che è stato l’iter che ha portato alla dichiarazione di fallimento di Hcs e che sembra destinata a far discutere. Adesso, Palazzo del Pincio, che è tuttora socio unico di Hcs, dovrà procedere alla nomina di un nuovo liquidatore. Lo farà, con tutta probabilità, nel corso dell’assemblea nella quale sarà approvato il bilancio relativo al 2018. L’uscita di scena non solleva, però, l’ex liquidatore della holding da una serie di spinose questioni. La prima e più importante riguarda l’inchiesta avviata all’inizio dello scorso anno dalla Procura Regionale della Corte dei Conti e riguardante il mancato incasso della Tia straordinaria relativa all’anno 2012 per un presunto danno erariale da tre milioni di euro. Secondo l’accusa, il liquidatore di Hcs aveva lasciato decorrere i termini di prescrizione e decadenza dei crediti tributari e in quel modo alla fine del 2017 erano andati prescritti tre milioni di euro. La Procura Regionale della Corte dei Conti aveva affidato alla Guardia di Finanza il compito di indagare sulla vicenda e gli uomini delle Fiamme Gialle si erano presentati più volte sia nella sede della società che a Palazzo del Pincio. Sull’esito dell’indagine non si era saputo più nulla, ma non è escluso che importanti novità al riguardo possano arrivare in tempi brevi.