Tre punti fondamentali, ovvero la revisione dei contratti di servizio fermi da anni con corrispettivi che nessun privato potrebbe appetire, l’aumento del capitale sociale per rendere la società più credibile nei confronti di banche e fornitori e l’affidamento dei servizi che il Comune appalta all’esterno a costi davvero importanti, come le pulizie, la guardiania, la custodia e il portierato presso i suoi immobili. Sono le ricette formulate dal gruppo consiliare del Partito Democratico in base alle quali sarebbe possibile procedere al rilancio di Civitavecchia Servizi Pubblici. I consiglieri dem sollecitano l’amministrazione comunale non solo a trovare una sintesi con la dirigenza della partecipata, ma anche a confrontarsi responsabilmente e in modo trasparente, costruttivo e partecipativo con i sindacati e con la componente politica nel suo complesso e non solo di maggioranza, in rappresentanza di tutta la città.
“L’attuale situazione critica che riguarda la nostra municipalizzata – si legge nella lunga nota a firma di Marco Piendibene, Marina De Angelis d’Ossat e Marco Di Gennaro – richiede un’attenzione massima da parte di tutti perché fare errori oggi potrebbe significare mettere a rischio posti di lavoro, incrementi ulteriori delle bollette per gli utenti e, non ultimo, compromettere definitivamente l’efficienza dei servizi più importanti di cui necessita la Città.
Su CSP non servono Premi Nobel perché non bisogna inventare l’acqua calda. Serve al contrario un approccio pragmatico, concreto e soprattutto deciso, con idee chiare su come e cosa sia da fare celermente. In primis, a nostro giudizio, il Socio Unico (ovvero l’Amministrazione Comunale), deve chiarire all’interno della stessa maggioranza le intenzioni riguardo la Società, vale a dire se la considera o meno un patrimonio della Città, se la stessa è in grado di potersi riqualificare come un fiore all’occhiello per via dei servizi pubblici essenziali svolti per conto del Comune e dunque potersi caratterizzare come il biglietto da visita di Civitavecchia verso l’esterno.
La questione assume dunque anche una primaria rilevanza sociale perché attiene al benessere collettivo di lavoratori e cittadini ed è per questo che attiene pienamente al concetto di comunità e territorio. In questo senso, come abbiamo sempre sostenuto, in primis riteniamo assolutamente possibile costruire ipotesi concrete di allargamento delle attività e dei servizi funzionali al territorio stesso ed esterne alle commesse del Comune, determinando così un incremento del fatturato per CSP.
Entrano qui in ballo i Contratti di Servizio ed una loro revisione in termini di congruità (molti operatori privati infatti non assicurerebbero quei servizi alle tariffe e alle condizioni che invece il Socio Unico “impone” a CSP). Ci sono Contratti di Servizio in ampio disequilibrio tra costi e ricavi, che costringono così la municipalizzata ad una perdita cronica fin dall’origine.
Non meno importante l’aspetto legato al capitale sociale di CSP, pari a soli 10.000 euro che conferisce una esigua credibilità alla stessa società verso l’esterno (fornitori e banche) oltre alle difficoltà legate agli adempimenti previsti dal Codice Civile per imprese con caratteristiche assimilabili alla nostra municipalizzata.
Inoltre, sarebbe salvifico affidare a CSP anche quei servizi che il Comune appalta all’esterno a costi davvero importanti. Parliamo ad esempio del servizio di pulizie, guardiania, custodia e portierato presso gli immobili comunali svolto oggi da imprese private e sul cui futuro (appalto scaduto e già in prorogatio) nulla ci è dato di sapere, se non l’intenzione di affidarlo per una parte nuovamente in appalto e per un’altra in somministrazione ma, in entrambi i casi, con un costo aggiuntivo per il Comune derivante dal necessario margine di impresa che dovrà essere garantito all’affidatario.
Si ritiene che con i costi che già supporta oggi il Comune, anzi con meno, CSP potrebbe tranquillamente svolgere il servizio in equilibrio oltre a garantire occupazione stabile per i lavoratori che già svolgono quei servizi da molti anni.
Insomma se realmente l’Amministrazione Comunale e la sua maggioranza (tutta) crede di poter risanare CSP deve concretizzare con Atti amministrativi questa sua fiducia nella società e nelle finalità per cui è stata costituita e partecipata. Sia chiaro che ciò non può e non dovrà più avvenire aumentando ancor più gli oneri a carico dei cittadini e delle imprese che pagano le bollette.
Il nuovo corso di CSP deve sconfiggere anche il chiacchiericcio con il quale tutti i lavoratori e dipendenti della municipalizzata hanno dovuto, loro malgrado, convivere in questi anni. Le rendite di posizione acquisite indebitamente, gli imboscati, gli emolumenti che non corrispondono alle mansioni per cui si è stati assunti, gli atteggiamenti di chi ritiene che lo stipendio sia comunque dovuto e che non sia correlato agli obblighi lavorativi, sono tutte piaghe che vanno ricercate ed immediatamente stroncate senza esitazione qualora dovessero realmente esistere. In questo senso un percorso di risanamento e rilancio non può prescindere da un credibile Piano Industriale che non deve essere soltanto un progetto di riequilibrio economico, orientato a gestire il rapporto tra costi e ricavi, ma deve anche e soprattutto indicare come CSP potrà e dovrà assicurare in maniera efficiente ed efficace, oltre che in economicità, il servizio alla cittadinanza e quale dovrà essere la corretta organizzazione del lavoro al suo interno, per puntare all’efficientamento, alla valorizzazione e ottimizzazione delle risorse e alla formazione.
Prevedere percorsi formativi nei casi in cui alcuni profili professionali non siano coerenti con l’organizzazione del lavoro e l’assetto produttivo della Società diviene fondamentale per assicurare la salvaguardia occupazionale di tutto il personale che, unitamente al carattere pubblico di tutti i servizi attualmente svolti, sono anche le priorità espresse dalle Organizzazioni Sindacali.
Con le stesse OO.SS. bisognerà concertare un progetto di riorganizzazione che, nel definire ruoli, compiti e funzioni, individui una organizzazione del lavoro ottimale, in grado di valorizzare competenze e professionalità, e che sia gratificante per lavoratrici e lavoratori, a partire dalla tutela dell’occupazione e mantenimento dell’attuale organico, al netto dei pensionamenti possibili.
Infine può sembrare superfluo affermare che per contenere i costi ci vuole trasparenza e procedure ad evidenza pubblica negli acquisti e nei contratti di fornitura di beni e servizi, oltre che nell’affidamento di incarichi e consulenze all’esterno, eliminando quelle che possono essere sopperite da risorse interne opportunamente valorizzate.
Un’azienda rimessa in equilibrio economico e riorganizzata, sicuramente sarà in grado di garantire un servizio migliore e la soddisfazione di lavoratori e cittadini e per garantire questo percorso è necessario che venga meno quel clima di polemica, da tutti contro tutti, perché per dare risposte concrete è necessario fare squadra, almeno sugli interessi principali della Città.
Riteniamo che il confronto sulla base di valutazioni di merito abbia un’incidenza decisamente positiva nell’interesse collettivo e che le sterili polemiche, specialmente in questo difficile periodo, non giovino a nessuno.
Per questo motivo è auspicabile che questa fase delicata possa essere gestita dal Socio Unico innanzitutto, ma anche da CSP a seguire, con un approccio responsabile che faccia del confronto trasparente, costruttivo e partecipativo con le OO.SS. e con la componente politica nel suo complesso e non solo di maggioranza, in rappresentanza di tutta Civitavecchia, il mantra con cui assumere decisioni importanti e di prospettiva non solo per i lavoratori, non solo per i cittadini, ma per l’intera nostra comunità”.