La crisi dei traffici del porto di cui si parla da mesi, e che suscita tante preoccupazioni negli ambienti sindacali e non solo, non è storia di oggi, ma è iniziata già nel decennio scorso, per la precisione alla metà del decennio 2009/2018. Andando ad analizzare i dati del periodo compreso tra il 2009 e il 2019, tratti direttamente dal sito istituzionale dell’Autorità Portuale, emerge con assoluta chiarezza come il periodo d’oro per quanto attiene i traffici commerciali è stato quello nel quale era presidente Fabio Ciani.
Ci riferiamo all’anno 2009, quando nello scalo marittimo locale venivano movimentate, tra rinfuse liquide e solide, oltre un milione di tonnellate l’anno. Già prima della metà del decennio 2010/2019, ovvero nel 2014 con presidente Pasqualino Monti, si era registrato un calo di circa il 20%, con la movimentazione che era scesa a 841.000 tonnellate. Ulteriore crollo, poi, negli ultimissimi anni, presidente di Majo, con la movimentazione finita sotto le 500.000 tonnellate annue. Va considerato che la demolizione dei silos, iniziata nel 2012, ha contribuito non poco al drastico calo del traffico commerciale, visto che nel 2009 si movimentavano ogni anno circa 150.000 tonnellate di granaglie. Nel settore delle rinfuse solide non viene ovviamente considerato il carbone, che è un traffico a se stante e non rientra nella pianificazione strategica dell’Authority essendo di esclusiva pertinenza di Enel e che si sviluppa, peraltro, in una banchina dedicata esterna al porto e attigua alla centrale termoelettrica. Per quanto concerne le altre tipologie di traffico, viceversa, la situazione appare molto diversa da come viene spesso descritta, visto che si evidenziano importanti miglioramenti proprio in questi ultimi anni. Nel settore delle merci in colli, infatti, si è registrato un calo a metà del decennio, quando il tonnellaggio è sceso dalle oltre cinque milioni e mezzo del 2009 a poco più di quattro milioni e mezzo, per poi vedere un autentico boom nell’ultimo periodo, quando si è sfondata quota sei milioni, arrivando per la precisione a 6 milioni e 570mila tonnellate. Analogo il discorso per quanto concerne gli accosti, ovvero le navi arrivate in porto. Nel 2009 erano state 3.616, cinque anni dopo erano scese a 2.756 per poi risalire lo scorso anno a 3.159. Analogo il discorso degli automezzi imbarcati e sbarcati: oltre un milione nel 2009, poco più di 673 mila nel 2014 e di nuovo oltre un milione nel 2019. Anche il traffico container è andato progressivamente crescendo, passando dai ridicoli 28.338 teu del 2009 ai 64.387 del 2014 per finire ai 112.249 dello scorso anno che rappresentano comunque un numero irrisorio se rapportato a quello di altri porti, anche di minore importanza. Lo stesso numero dei passeggeri, che nel 2009 aveva superato quota 2 milioni e 300mila unità, era sceso di quasi un milione nel 2014 per poi risalire a quota 1 milione e 800mila lo scorso anno. In crescita progressiva i crocieristi, passati dal milione e 800 mila del 2009 ai 2 milioni e 140 mila del 2014 per finire ai 2 milioni e 652 mila dello scorso anno.