“Il caldo eccessivo di questi giorni può giocare brutti scherzi e, di certo le dichiarazioni del Vicepremier, Antonio Tajani, non possono che essere derubricate in questo contesto climatico afoso. Nella giornata di ieri, infatti, Il Ministro degli Esteri, ospite al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, ha asserito che: “…per trovare più fondi per il bilancio dello Stato penso alle privatizzazioni, ad esempio dei porti”. Ad affermarlo è il Partito Democratico, che attacca il vicepremier Tajani in merito alle sue dichiarazioni.
“Innanzitutto, le parole di Tajani sottolineano l’assoluta e completa ignoranza di come sono gestiti e come funzionano i porti italiani – spiegano dal Pd – ci piacerebbe che imparasse almeno l’”abc” prima di uscire con dichiarazioni farneticanti. I porti in Italia, infatti, rientrano tra i beni inalienabili del demanio marittimo portuale e le cui banchine e piazzali vengono gestiti, per i traffici commerciali, da imprese private che ne richiedono la concessione. Quindi, proprietà pubblica, cioè di tutti noi, e gestione privata come dettato dalla Legge dei porti (l. n. 84/94).
Oltre che folle, la sua esternazione è anche molto pericolosa per la sicurezza della Repubblica, ed è grave che nella mente del Ministro degli Esteri ci sia spazio per la vendita di uno tra i più importanti asset strategici e territoriali della nostra Nazione ai privati, i quali, peraltro, sono nella stragrande maggioranza dei casi fondi di Stati esteri.
Ci piacerebbe conoscere il pensiero degli alleati di Governo, e, in particolare, del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, oltreché, ovviamente della Premier Giorgia Meloni in merito alla paventata svendita dei nostri porti e, quindi, di una parte imprescindibile del patrimonio economico e sociale italiano.
Tralasciando per il momento le conseguenze, drammatiche sotto ogni punto di vista, che un simile provvedimento avrebbe per la tenuta dell’intero sistema socioeconomico nazionale, in questa sede ci limitiamo a consigliare al Ministro in questione una vacanza al fresco, in modo tale da evitare di rilasciare dichiarazioni tanto pericolose per gli interessi della Repubblica, del lavoro e dell’imprenditoria italiana”.