“In un Paese normale cosa farebbe un Sindaco, le cui conversazioni vengono registrate e pubblicate da alcune testate nazionali, sorpreso mentre sembra pilotare le assunzioni, sembra cercare di favorire una società in bando pubblico assieme ai suoi fedeli accoliti, sembra richiedere alla guardia costiera di infliggere multe e sanzioni ad un avversario politico, sembra raccomandare gli amici e gli amici degli amici e utilizzare denaro pubblico per rafforzare i propri legami clientelari, sembra utilizzare per scopi del tutto privati gli uffici pubblici?”. A domandarselo è Rifondazione Comunista di Civitavecchia, che torna sullo scandalo legato a Pietro Tidei.
“In un Paese normale questo Sindaco si sarebbe già dimesso – si legge nella nota – a prescindere dalla presenza o meno d’indagini a suo carico, anche per consentire un ragionamento sereno alle uniche persone che hanno diritto di esprimere un giudizio morale sulla sua condotta, i suoi cittadini.
Invece a S. Marinella il Sindaco non solo rimane saldamente al suo posto ma si fa scudo con le Istituzioni pubbliche e chiede all’Ente comunale di costituirsi parte civile, utilizza denaro pubblico per spese legali utili a districare cose che con le attività pubbliche sembrano non entrarci nulla, minaccia querele a chi si permette di chiedergli spiegazioni su tali comportamenti e non si esprime in merito al rigetto della richiesta di un consiglio comunale aperto, continuando a blindarsi dentro il Municipio, ridotto a proprio fortino.
Intanto il segretario della Federazione di Rifondazione Comunista di Civitavecchia, Germano di Francesco, ha presentato le proprie dimissioni, accettate all’unanimità dal partito, per una proposta di consulenza, mai concretizzata con un incarico reale, da parte di questa amministrazione e considerata totalmente inopportuna sul piano politico. Il Sindaco Tidei dovrebbe seguirne l’esempio e fare altrettanto”.