La mancata adozione del Piano di eliminazione delle barriere architettoniche dal 2006 è costata anche al Comune di Santa Marinella (dopo quello di Pomezia) una condanna da parte della Sezione civile del Tribunale di Civitavecchia per condotta discriminatoria collettiva nei confronti delle persone con disabilità (legge 67/2006).
Proprio lunedì scorso il Consiglio Comunale aveva altresì già messo fine a questo stato di cose approvando il Piano firmato dall’architetto Antonio Borruso, illustrato in aula dal vicesindaco e assessore all’Urbanistica Roberta Gaetani, dopo l’avallo dalla Commissione competente presieduta dal consigliere Alessio Rosa. L’ordinanza del Giudice civile arriva dunque “a scoppio ritardato” e per questo verrà appellata.
“Con l’adozione del Peba abbiamo compiuto un importante passo – ha commentato il sindaco Tidei – allo scopo di rendere effettivo il diritto alla mobilità delle persone con disabilità e lo abbiamo fatto dopo un lungo iter che ha messo fine a dieci anni di assoluto immobilismo della precedente amministrazione che aveva altamente ignorato anche questo argomento. Come tutti i piani, quello approvato la settimana scorsa è perfettibile e siamo sempre aperti a suggerimenti migliorativi a partire da quello che l’Amministrazione ritiene un validissimo punto di inizio”.
A 16 anni dall’entrata in vigore della legge, l’Associazione Luca Coscioni e un associato, a marzo dell’anno scorso, avevano chiesto l’avvio del procedimento (RG 473/2022) nei confronti del Comune di Santa Marinella, in fotocopia ad un esposto del tutto analogo presentato a Pomezia dalla stessa Associazione.
E’ stato proprio il Comune pontino – come si legge sul sito dell’Associazione – con un provvedimento senza precedenti illustrato in un ordinanza resa pubblica lo scorso 5 gennaio ad essere condannato dal Tribunale di Roma (diciottesima sezione civile) per “condotta discriminatoria collettiva nei confronti delle persone con disabilità a causa della mancata adozione del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (P.E.B.A.)”.
La legge sulle “Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni” porta la data del 2006 ed è nata soprattutto per perseguire le molestie e tutti quei comportamenti indesiderati che riempiono le cronache dei giornali e che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, creando un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti. Altresì la stessa legge parla anche di “discriminazione indiretta” quando una disposizione, un criterio apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone.
Dopo quello di Roma con il caso del Comune di Pomezia, anche il Tribunale Civile di Civitavecchia ha ritenuto che se un comune senza un Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche mette in atto una discriminazione indiretta.
Così è stato per Santa Marinella fino all’adozione del Peba da parte del Consiglio comunale, nella seduta di venerdì scorso. Le opposizioni non erano presenti.