Non è, fortunatamente, una serie di contestazioni come avvenuto negli ultimi anni, soprattutto nel periodo del Covid, ma la relazione della sezione del controllo sugli enti della Corte dei Conti, riguardante la gestione 2022 dell’Autorità Portuale, mette comunque in evidenza alcune situazioni da chiarire. Nel documento, inviato ai due rami del Parlamento, viene specificato che “l’Ente sconta una pregressa difficile situazione gestionale che, per effetto già dal 2019 di risultati di bilancio negativi, hanno reso necessario nel 2021 dichiarare lo stato di crisi e l’avvio di un “piano di risanamento” senza il quale i bilanci non avrebbero potuto essere approvati”.
La Corte ricorda anche di aver già rilevato “come le misure oggetto del piano di risanamento non avessero carattere strutturale, limitandosi per la gran parte a spostare sugli esercizi successivi al 2021 alcuni oneri di particolare rilievo, come la parte variabile degli emolumenti al personale dipendente e il rimborso della parte capitale dei mutui stipulati”. Le note maggiormente critiche riguardano però la gestione del contenzioso. La Corte dei Conti specifica che il suo valore, alla data del 31 dicembre 2022, è stato stimato in oltre 263mila euro, mentre il valore del relativo fondo rischi iscritto a bilancio era pari a poco più di 25mila euro, “equivalente al 9,66 per cento del valore conosciuto delle passività potenziali”. “Il Collegio dei revisori – si legge – nella relazione al rendiconto 2022 come già in quelle precedenti, dopo aver rilevato la limitata percentuale di copertura delle passività potenziali già accantonata al fondo rischi, nonché la mancata considerazione delle percentuali di soccombenza nei vari giudizi e la mancata rideterminazione, anche attraverso accordi transattivi, delle somme dovute in caso di soccombenza, ha richiamato l’attenzione dell’Autorità Portuale sulla necessità di destinare tutte le risorse libere disponibili ad incremento degli accantonamenti in essere, al fine di assicurare un appostamento in bilancio per gli stessi maggiormente congruo”. Per la Corte dei Conti, in presenza di contenziosi così rilevanti è essenziale che il fondo rischi sia correttamente determinato al fine di non aggravare il bilancio con scelte strategico-operative non conformi ai principi di sana gestione finanziaria e di salvaguardia della continuità di azione amministrativa. La sezione controllo della Corte sottolinea, al riguardo, che anche il rendiconto 2022 fa emergere una situazione gestionale nella quale l’avanzo di amministrazione disponibile risulta completamente azzerato a causa degli accantonamenti anzidetti, sulla quantificazione dei quali sussistono, come sopra evidenziato, rilevanti margini di incertezza. “Come anticipato nel referto sull’esercizio 2021 – prosegue la relazione – è in corso un’indagine interna sull’effettivo ammontare dei residui attivi al 31 dicembre 2021, richiesta dal Collegio dei revisori, che si ritiene necessario venga conclusa al più presto. I residui attivi rappresentano somme iscritte in bilancio come attività ma non ancora incassate. L’ultima parte della relazione è dedicata alla Pas, la società interamente detenuta da Molo Vespucci e sulla quale, in passato, si erano concentrate le attenzioni della Corte dei Conti. Viene riferito che alla scadenza della convenzione decennale stipulata nell’ottobre 2013, l’ente ha prorogato l’affidamento fino al 31 dicembre 2023 e che successivamente, dopo un’analisi condotta da un gruppo di lavoro appositamente istituito, ha proceduto con un nuovo affidamento alla società per il prossimo triennio, estendibile al quinquennio, condizionandolo all’implementazione di una serie di azioni di efficientamento da avviare nell’immediato. Sul rinnovo della concessione non viene comunque fatto alcun rilievo.