Grande partecipazione presso il teatro della Fondazione Cariciv per l’incontro organizzato in occasione delia Giornata Mondiale sulla Salute Mentale. L’evento rientra nell’iniziativa del Collegio Nazionale dei Dipartimenti di Salute Mentale che ha deciso di prevedere incontri di comunità in tutti i Dipartimenti italiani con utenti, operatori, familiari, associazioni di volontariato ed enti del terzo settore, amministratori, giornalisti, per richiama l’attenzione della politica e dell’opinione pubblica sulla salute mentale, sulle difficoltà, ma anche sulle opportunità, i punti di forza e la capacità di aggregare i cittadini.
“Questa giornata ci ricorda quanto sia fondamentale lavorare insieme per abbattere lo stigma e costruire un futuro dove la salute mentale sia un diritto per tutti,” ha dichiarato l’Assessore ai Servizi Sociali Antonella Maucioni. “Il nostro impegno è quello di garantire servizi sempre più accessibili e inclusivi, per accompagnare ogni persona nel suo percorso di cura e di benessere. Nella ferma convinzione che solo il servizio pubblico possa essere equo, solidale per tutti i familiari.”
Il Sindaco Marco Piendibene ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni e servizi locali: “La nostra comunità deve essere un luogo dove nessuno viene lasciato indietro, soprattutto nei momenti di fragilità. Civitavecchia è pronta a fare la sua parte per promuovere la salute mentale e sostenere tutti coloro che affrontano un percorso di cura.”
L’incontro, che ha visto una grande partecipazione da parte della cittadinanza, ha ribadito l’importanza di continuare a lavorare in sinergia per garantire un futuro di benessere e inclusione per tutti.
La cultura e la pratica dei DSM italiani affondano le loro radici nella deistituzionalizzazione avviata con la Riforma Psichiatrica della Legge 180, sui cui valori fondanti occorre ancorare ogni ulteriore sviluppo delle politiche di salute mentale: approccio comunitario di salute pubblica, primato della soggettività, dei diritti e delle risorse della persona, dell’inclusione sociale. Tali valori chiedono oggi di essere reinterpretati alla luce dei cambiamenti sociali in corso. Nuovi bisogni evidenti sul piano epidemiologico nonché portatori di interesse specifici rivendicano afferenza e risposte dalla salute mentale. Occorre operare perché vengano date dai DSM risposte differenziate alla psicopatologia dell’adolescenza, ai disturbi del comportamento alimentare, ai disturbi di personalità, ai disturbi dello spettro autistico, ai disturbi psichiatrici associati alle disabilità intellettive. Per procedere in tale direzione occorre superare alcune difficoltà storiche e definire le priorità d’azione. Nella proposta del Collegio Nazionale dei DSM queste riguardano essenzialmente tre aree:
1) investimenti e personale; 2) modelli organizzativi; 3) rapporti tra psichiatria e giustizia.
INVESTIMENTI E PERSONALE
Elemento fondamentale e irrinunciabile per la sopravvivenza e lo sviluppo dei servizi di salute mentale e costituito da un’adeguata disponibilità di risorse economiche e professionali. Il Collegio ritiene indispensabile l’indicazione di un fondo vincolato al perseguimento di un numero definito di azioni prioritarie per la salute mentale in misura non inferiore al 5% del Fondo Sanitario Nazionale e Regionale, per i servizi per l’infanzia e l’adolescenza in misura non inferiore al 2%, per i servizi per le dipendenze in misura non inferiore al 1,5%. A tal fine sarà necessario un rinnovato e consapevole impegno da assumere in Conferenza Stato Regioni. Obiettivo prioritario sarà l’adeguamento degli organici agli standard AGENAS, approvati in Conferenza Stato Regioni il 22.12.22. Il tema riguarda anche il miglioramento dei processi di reclutamento, per facilitare l’ingresso nei DSM del personale in formazione.
MODELLI ORGANIZZATIVI
La comorbilità tra uso di sostanze e disturbi psichiatrici e l’esigenza di garantire la transizione dalla neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza alla salute mentale adulti negli anni che precedono e seguono il diciottesimo anno di età, sono ragioni più che sufficienti per propendere in modo univoco nei confronti di un modello organizzativo del DSM come dipartimento integrato tra salute mentale adulti, le dipendenze patologiche e i servizi per età evolutiva. Questo modello – oggi applicato a macchia di leopardo nelle Regioni italiane – dovrà essere esteso su scala nazionale in ragione della maggiore efficacia, efficienza e sostenibilità. Inoltre, il Collegio promuove il valore della multidisciplinarità, non solo a livello organizzativo, ma anche culturale e strategico.
RAPPORTI TRA PSICHIATRIA E GIUSTIZIA
Il complesso rapporto tra servizi per la salute mentale e mondo della giustizia va ridefinito riaffermando il rifiuto sistematico di ogni delega al controllo sociale che viene rivolta alla psichiatria. A tal fine andrà promosso il lavoro inter-istituzionale, e la stesura di protocolli con Prefetture, Magistratura, Forze dell’Ordine, nonché la formazione congiunta sugli interventi efficaci nei casi di comportamenti critici e violenti. Il Collegio propone che i Ministeri della Salute e della Giustizia, con propri decreti, programmino e realizzino sezioni sanitarie specialistiche psichiatriche all’interno degli istituti penitenziari nelle quali se necessario effettuare anche trattamenti sanitari obbligatori (TSO), secondo la normativa vigente. Il Collegio propone le seguenti modifiche al codice penale in materia di imputabilità: abrogazione immediata dell’articolo 89 del codice penale (vizio parziale di mente), dell’art. 203 del codice penale (pericolosità sociale di tipo psichiatrico), dell’art. 148 del codice penale (infermità psichica sopravvenuta al condannato).
1 Comments
max
Dalla foto pubblicata non mi sembra che ci sia questa “grande partecipazione”