“Nel nostro precedente intervento ci eravamo dati appuntamento per i cento giorni dell’amministrazione Piendibene. Ne è passato qualcuno in più. Ben lieti di attendere un paio di settimane se è in arrivo un provvedimento, una pianificazione o una semplice idea, non diciamo rivoluzionaria, ma quanto meno efficace, per il miglioramento della città. Siamo rimasti delusi. Ma andiamo con ordine, con le pagelle dei protagonisti”. Ad affermarlo è Risorgimento Socialista, che ha deciso di fare le pagelle della giunta Piendibene, a quattro mesi dal suo insediamento.
Piero Alessi, assessore alle attività produttive, turismo, lavoro e personale, con delega ai rapporti con Enel
La domanda sorge spontanea. Qual è la visione dell’assessore per lo sviluppo delle attività produttive? Per lo sviluppo del turismo? Come porre argine all’invecchiamento del personale comunale e quando nuovi concorsi per far entrare nuove leve? Quali i livelli formativi che sono l’obiettivo della sua politica delle risorse umane? Non lo sa nessuno, forse nemmeno lui.
Voto: 4
Vincenzo D’Antò, assessore allo sviluppo e pianificazione del territorio
I cinque stelle hanno una solida tradizione di contestazione (giusta, giustissima) dell’assetto urbanistico della città. Più volte, in passato, hanno dichiarato guerra a deroghe e ad operazioni urbanistiche condotte “a pene di segugio”, condannandone gli esiti e indicandone gli aspetti grigi. A queste dichiarazioni di principio (nobili, nobilissime), quando è toccato a loro governare, non sono mai seguite azioni di risanamento e “moralizzazione” concrete. Pantanelli fu un assessore immobile, specializzato in transenne. Vincenzo D’Antò segue le sue orme. Comprendiamo che sia in attesa del ricorso che dovrebbe concedergli il seggio di consigliere regionale alla Pisana, ma far vedere qualcosina, non diciamo opere concrete, cosa che sarebbe oggettivamente impossibile e ridicolo chiedere, ma almeno un’impostazione generale dell’assessorato non sarebbe una cattiva idea.
Giusto per dire “io ci sono”.
Voto: 5, ma solo per la simpatia. Perché a noi Vincenzo D’Antò stà veramente simpatico.
Stefano Giannini, assessore all’ambiente
Assessore all’ambiente, ne siamo sicuri? Le ombre di Piero Alessi, che mantiene la delega ai rapporti con Enel, e di Patrizio Scilipoti, che si occupa di decoro urbano, ne fanno, nella sostanza, un assessore dimezzato. Che, nelle sue vesti assessorili, si muove sempre politicamente accompagnato e mai lasciato da solo, quasi non fosse il titolare della sua delega. Per quel che riguarda le azioni concrete non ci siamo accorti della differenza con l’amministrazione precedente. Su di lui l’ombra del veltronismo. “Civitavecchia è amica dell’ambiente ma anche del lavoro”. Semplice, comodo, a tratti banale. Ma putacaso si dovesse scegliere? Il “ma anche” non può essere una linea d’azione né politica né amministrativa, tant’è che Veltroni, politicamente, c’è morto. Diceva un vecchio saggio: “non si possono servire due padroni”.
Parlando di come si possa creare qualcosa di nuovo da elementi che davamo in disuso, l’assessore all’ambiente è indubbiamente la persona giusta da interpellare. Dato politicamente per defunto dopo un turno come segretario del PD locale, partito che poi lo ha respinto con vigore per incoronare (ma guarda un po’) lo stesso Piero Alessi che oggi monta la guardia ai rapporti con Enel, il nostro (di cui si mormora che fu, da un punto di vista politico, anche molto vicino a Nicola Zingaretti), dopo essere uscito pubblicamente dal PD, si è rigenerato in un soggetto politico nuovo di zecca, con una nuova collocazione, compagni di partito nuovi, referenti regionali e nazionali nuovi.
Voto: non giudicabile, non per colpa sua, ma per la scarsa fiducia che i suoi stessi compagni di avventura hanno in lui.
Maria Antonietta Maucioni, assessore ai servizi alla persona e socio assistenziali
Coraggio dottoressa Maucioni. Il suo assessorato è uno dei più difficili in assoluto, in ogni latitudine. Lo è soprattutto nel nostro disgraziatissimo tessuto sociale. E programmare in un quadro bipartisan di sempre maggiore assenza dello Stato centrale e di assoluta solitudine da parte dei comuni è una vera impresa. Le diamo, per giudicarla, altro tempo.
Voto: non giudicabile
Patrizio Scilipoti, assessore ai lavori pubblici e sviluppo
Quali opere pubbliche sono in programma? Cosa ne facciamo dell’area ex Italcementi? Come migliorare la viabilità cittadina? Questi ed altri interrogativi su “Civitavecchia rieducational channel”.
Voto: 4
Stefania Tinti, assessore alla pubblica istruzione e cultura
Va da se che l’allestimento di un cartellone estivo a pochi giorni dalle elezioni era una “mission impossible”. All’assessore Tinti va dato atto che, in un modo o nell’altro, qualcosa ha fatto, adoperando quel poco che aveva a disposizione. La buona volontà, in questo caso, andava premiata.
Ci si aspettava, superato lo scoglio dell’urgenza, anche un ragionamento complessivo di carattere politico culturale. Detto meglio: quali le direttrici operative per la cultura a Civitavecchia? Recupero delle radici, del patrimonio storico archeologico, valorizzazione delle eccellenze locali, apertura al nuovo che avanza in ambito nazionale? Arte contemporanea, letteratura, teatro? E della promozione della lettura attraverso la biblioteca cosa ne facciamo? Vale qui il discorso già fatto sul veltronismo. Il “ma anche” non può essere una risposta valida.
Un documento di programmazione, anche smilzo, sarebbe stata una risposta ed anche segno di una capacità di elaborazione intellettuale che non può essere disgiunta dalla carica di assessore alla cultura.
L’impressione che noi abbiamo è che l’assessore sia una vittima, assolutamente inconsapevole, della “egemonia culturale” che impera a Civitavecchia. Che non è quella gramsciana (Gramsci bontà sua si rivolterebbe nella tomba), ma è solo il riproporsi dei soliti soggetti che occupano tutto lo spazio disponibile. Se noi vediamo, ad esempio, il depliant dei “Percorsi del gusto”, che vorrebbe unire enogastronomia e cultura, è chiaro che gli attori, singoli ed associazioni, chiamati in causa sono sempre gli stessi. Senza contare che la parola “cultura” sembra attaccata al programma con un post-it. C’è da sperare solo nell’abbondanza del vino …
Eppure Civitavecchia è una città viva, brulicante di attori, cantanti, scrittori, artisti delle arti figurative… Ci vorrebbe solo un po’ di coraggio per andare oltre il circuito dei soliti, blasonati solo in loco. Valorizzare le eccellenze misconosciute, esportarle, metterle al centro di un’operazione di rilancio cittadino, dovrebbe essere uno dei compiti di un assessore alla cultura.
Voto: 4
Florinda Tuoro, assessore ai servizi finanziari e partecipate
La Tuoro è l’unico assessore che si è presentato in consiglio comunale ed ha parlato delle direttrici delle sue politiche. Lo ha fatto anche in una intervista ad un organo di informazione il 23 luglio, appena insediata. Brava. Non sappiamo come si evolverà il suo mandato, ma almeno la capacità di mettere ordine nei pensieri, la trasparenza, il rispetto per le assemblee elettive, la buona educazione, sono salve.
In fondo basta poco per soddisfare le nostre aspettative.
Voto 6+
Marco Piendibene, sindaco di Civitavecchia
Stimiamo il nostro sindaco, sia come uomo che come politico. Ma non lo riconosciamo più.
Questo a partire dalla corrispondenza di amorosi sensi con Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, cui il nostro ha recentemente giurato fedeltà. Come fa un sindaco come Piendibene, che ha fatto della questione ambientale la sua bandiera, a stringersi a coorte con chi, come Gualtieri, non solo vede negli inceneritori la via d’uscita alla gestione dei rifiuti, ma non ha nemmeno il coraggio di affumicare i romani, facendo pagare lo scotto delle sue scelte ai cittadini di Ardea e dintorni, posizionando l’impianto nell’ultimissimo lembo di territorio romano? Cosa dicono i consiglieri di maggioranza che un tempo furono artefici e sottoscrittori della famosa “delibera del cerino”? Possono loro essere amici di un nemico dell’ambiente?
Conoscevamo in Piendibene una persona equilibrata, ma ferma e decisa. Ci ritroviamo con un grafomane. Scrive a tutti. Non ultimi i deputati Battilocchio e Rotelli per lamentarsi dell’esclusione di Civitavecchia dai finanziamenti per l’eolico off shore, andati invece a Brindisi e Taranto.
Non ci risultano interpellanze in Parlamento o alla Pisana per contestare questa scelta. Eppure di deputati e consiglieri dei partiti che sostengono il centro sinistra cittadino, PD, AVS, Movimento Cinque Stelle e Demos, ce ne sono a bizzeffe. Possibile che nemmeno uno si sia interessato alla questione, tanto da dover far scendere in campo persone di Forza Italia e di Fratelli d’Italia? Quanto conta il sindaco di Civitavecchia (e la città di Civitavecchia) per il centro sinistra regionale e nazionale?
In altri tempi, personaggi diversamente baffuti avrebbero riempito un po’ di autobus e sarebbero andati a “piantare un casino” a Roma. È già accaduto.
Marco Piendibene, invece, scrive.
Verrebbe la tentazione di salmodiare preghiere ed aspergere acqua santa, gridando: “esci da questo corpo, chiunque tu sia. Ridacci Marco Piendibene”.
Voto: 4
1 Comments
ciccio formaggio
tra le ultime uscite del sindaco si annoverano: presenza con tanto di fascia tricolore e discorso alla inaugurazione del Busto di leo amici, personaggio quanto meno controverso (informarsi prima, no? chiedere alla segreteria del comune se era il caso, no? chiedere al suocero fabrizio barbaranelli cultore di storia cittadina,no? farsi bello con la mari, sponsor della manifestazione per motivi di famiglia, si!).
incontro con battilocchio e rotelli per ottenere il loro entusiastico appoggio sull’hub eolico quando nello stesso giorno chi dovrebbe costruirlo ha chiesto un rinvio a data da destinarsi.
consiglio comunale aperto dove, invece di prendere la parola per primo dopo chi ha ne ha chiesto la convocazione per spiegare i motivi che hanno portato la sua giunta come primo provvedimento ad annullare la delibera di uscita dalla città metropolitana, si limita alle conclusioni dicendo che se cambia la legge o c’è un referendum cambierà idea. 4? troppo buoni!