Cinque patteggiamenti e due riti abbreviati. E’ quanto si è deciso nel procedimento derivante dall’operazione Meco, eseguita questa estate dai carabinieri su coordinamento della procura della Repubblica di Civitavecchia e che ha sgominato una banda che agiva tra Civitavecchia e Santa Marinella dedita allo spaccio di droga e all’estorsione.
Quattordici anni e quattro mesi di pena complessivi per cinque dei sette imputati nel processo scaturito dall’operazione Meco. Sono le condanne decise dal giudice per le udienze preliminari frutto di patteggiamenti concordati tra accusa e difesa. Le condanne più pesanti sono arrivate per B.B. E S.C., tre anni e due mesi, poi F.O., due anni e dieci mesi, quindi G.P. E M.P., due anni ed otto mesi a testa. Gli altri due imputati, P.P. e A.V. Invece, hanno scelto la via del rito abbreviato. Per loro il processo si svolgerà il prossimo 3 marzo, quando è in programma la discussione e quindi la sentenza.
Il personaggio principale di questa vicenda invece, ovvero Domenico Gabelli, conosciuto in città col nomignolo di Meco, da cui il nome dell’operazione dei carabinieri, è già sotto processo, in quanto ha scelto invece di andare a dibattimento senza ricorrere a riti alternativi come invece hanno fatto gli altri personaggi coinvolti. Secondo gli inquirenti, tutti si erano organizzati in una vera e propria banda che si dedicava allo spaccio di sostanza stupefacente e all’estorsione, sul litorale tra Civitavecchia e Santa Marinella.