La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per fare chiarezza sui liquami avvistati al largo della costa. L’Arpa Lazio dovrà verificare il grado e la provenienza dell’inquinamento, mentre alla Capitaneria di Porto è affidato il compito di fare luce su eventuali responsabilità. Intanto continuano gli interventi. In una nota, l’Italia dei Valori chiede un intervento dell’Autorità Portuale.
“Nella rivista di luglio riservata ai soci Wwf – spiega l’Idv – si legge in un articolo che la Costa Crociere ha redatto un accordo con il Wwf perché i “bottini di bordo”, lo scarico di rifiuti liquidi delle navi, verranno liberati a mare dopo oltre 12 miglia dalla costa invece dei 4 consentiti dalla normativa. In aggiunta la compagnia italiana assicura un trattamento che trattiene gli oli dai residui. E poi bisogna considerare che le navi da crociera a Civitavecchia cambiano sia l’equipaggio che i passeggeri, favorendo l’accumulo a bordo di rifiuti che verranno liberati non appena a largo della costa. Tali elementi ci fanno propendere che il fattore predominante di questo fenomeno possa ricondursi alle navi. Se quindi una compagnia di navigazione si scomoda perché ritiene che assicurare quelle pratiche più virtuose ed ecologiche nel trattamento dei “bottini di mare” significa determinare minor impatti ambientali all’ecosistema, vuol dire che qualcosa si può fare oltre le normative. Invitiamo pertanto la nostra Autorità Portuale che lo è anche per i porti del Lazio ad adoperarsi perché tale accordo possa essere esteso anche alle altre compagnie. Certamente – conclude l’Italia dei Valori – sarebbe tutta la costa tirrenica laziale a beneficiarne”.