Lo diceva ieri pomeriggio Marco Travaglio, in riferimento alla situazione politica nazionale. Se c’è un governo che è quello che è, di sicuro c’è anche il fatto che l’opposizione non brilla per iniziative positive. Lo stesso si può dire in qualche modo anche per quello che accade a livello locale, facendo ovviamente le debite proporzioni.
Con un’amministrazione Moscherini criticata continuamente, a volte anche da chi l’ha votata e con pezzi di centro-destra in aperta rotta di collisione con il Pincio, il Partito Democratico non torva niente di meglio da fare che litigare, proprio come succede a Roma. Così, dopo le dimissioni del precedente capogruppo, Alessio Gatti, finito al Gruppo Misto, e dopo averci messo un tempo apparentemente irragionevole per scegliere il suo successore, non si è fatto nemmeno in tempo a indicarlo che subito si registrano malumori. Il nuovo capogruppo del partito è Marco Piendibene, eletto questo mattina con il sostegno di Nicola Porro e Roberto Cosimi e il parere contrario di Marietta Tidei e Mauro Guerrini. Perché c’è voluto tanto tempo? “Perché c’era la necessità di vederci tutti – ha detto proprio Piendibene – per assumere la decisione collegialmente, e finora per motivi di lavoro non avevamo potuto. Di là dal voto, comunque, siamo tutti d’accordo sulla necessità di tornare a dare alla città un punto di riferimento nell’opposizione e come capogruppo intendo adoperarmi per riportare quanto prima il confronto tra maggioranza e opposizione sulle questioni che interessano i cittadini”. Ma come detto la nomina di Piendibene ha suscitato riserve. Quelle maggiori provengono da Guerrini, il quale in una nota stampa scrive che la nomina di Piendibene lo trova in “totale disaccordo” e afferma che non è una nomina condivisa, vista anche la contrarietà della Tidei. “Attribuisco a Piendibene – scrive Guerrini – la grave responsabilità politica di aver contribuito a far cadere, dopo appena sei mesi, il sindaco Saladini, vanificando di colpo il successo elettorale del centro-sinistra che lo aveva sostenuto e riconsegnando la guida della città al centro destra. Perciò se oggi ci troviamo a soffrire sui banchi dell’opposizione lo dobbiamo anche a Piendibene ed è questa la ragione per cui è inadatto al ruolo di capogruppo. Personalmente – conclude – non mi sentirò più rappresentato da Piendibene e pur rimanendo nel gruppo consiliare del Pd agirò autonomamente prendendo volta per volta le decisioni concordate con il mio gruppo e la segreteria”.