Forte affluenza di pubblico sabato scorso all’Aula Pucci per la presentazione del libro fotografico del Colonnello Antonio Dolgetta dedicato a Sua Eccellenza Reverendissima, Monsignor, Carlo Chenis, Vescovo di Civitavecchia e Tarquinia. Nel volume, come detto, illustrato, suddiviso in capitoli, viene raccontato il triennio di Episcopato del Presule, nonché il suo vissuto partendo dalla sua infanzia, fino al momento in cui venne ordinato Vescovo di Civitavecchia e Tarquinia. L’appuntamento, aperto dal Sindaco, Giovanni Moscherini che nella circostanza ha evidenziato la figura di Monsignor Carlo Chenis definendolo buono, intelligente ed umile.
Tre doti che – secondo il primo cittadino – gli hanno permesso di conquistare il cuore dei civitavecchiesi e di restarci. Non solo. Moscherini, nel suo intervento, ha messo in luce anche il suo carisma verso i giovani paragonandolo ad una sorta di calamita. Successivamente, la parola è stata presa dal Vescovo, Luigi Marrucci che, premettendo di non aver avuto il piacere di conoscere direttamente il suo predecessore, ma di averne letto degli scritti e di ciò che veniva scritto su di lui, ha detto di aver dato un’interpretazione teologica agli scatti del Colonnello, Antonio Dolgetta, evincendo la figura del Vescovo quale continuatore del Vangelo: “Gesù Cristo ha scelto gli apostoli e li ha inviati nel mondo. Questi hanno trasmesso il loro potere con l’imposizione delle mani fino a giungere a Carlo Chenis e poi a me”. Dal canto suo il Colonnello, Antonio Dolgetta, dopo i ringraziamenti di rito alla massima carica di Palazzo del Pincio, per aver patrocinato il soggetto editoriale, nonché agli amici sostenitori, al Comune di Tarquinia, alla Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia, ed alla Provincia, è passato a descrivere la conoscenza fatta con Monsignor Chenis i giorni precedenti il suo insediamento in Città. Dolgetta lo ha descritto come: “Una persona eccezionale, dai modi gentili, sorridente, disponibile all’ascolto. Non solo. Il Colonnello ha definito poi suggestive le cerimonie religiose officiate dallo stesso Vesco. Il cui fascino non poteva non essere immortalato con degli scatti. Ragion per cui – ha proseguito- il repertorio fotografico maturato in tre anni di episcopato è stato più che mai vasto. Tra le altre cose – ha aggiunto – Monsignor Chenis apprezzava molto la fotografia e spesso utilizzava le mie foto per impaginare pubblicazioni o semplici locandine. Per questo, – ha concluso – conscio di fare una cosa gradita e bella per i fedeli e per gli amici ho ideato un’opera illustrata, articolata in capitoli per raccontare attraverso le immagini l’attività pastorale e la vita dello stesso Chenis.