Sono state rese note le motivazioni con cui il Tribunale del Riesame ha rigettato l’istanza della revoca della misura cautelare in carcere nel caso “Sex House”, che vede imputato un civitavecchiese attualmente rinchiuso nel carcere di Borgata Aurelia con l’accusa di aver organizzato festini a base di sesso e droga insieme ad alcuni minorenni. Angelo Sepe, avvocato difensore del 55enne, aveva presentato, al Tribunale di via dell’Immacolata, una serie di motivi per cui il suo assistito poteva essere posto agli arresti domiciliari: tra questi, il fatto che l’imputato non manifestava l’intenzione di reiterare il reato, e che non potesse inquinare le prove in quanto queste erano già state raccolte tutte dagli inquirenti.
Il Gip rigettò, lo scorso mese di marzo, l’istanza dell’avvocato Sepe, quindi la stessa è stata presentata al Tribunale della Libertà.
Anche il Riesame, però, ha rigettato l’istanza, adducendo come motivazione il fatto che l’imputato non può essere condotto agli arresti domiciliari perché il reato è stato commesso proprio nella sua abitazione; sussisterebbe quindi il pericolo di reiterabilità del reato.
Il legale Sepe ha spiegato che presenterà ricorso alla Corte di Cassazione.