Fa discutere, anche oggi, la delibera con cui la giunta comunale ha introdotto gli aumenti in merito al costo dei servizi di mensa scolastica per gli alunni di materne, elementari e medie. Rincari considerevoli per le famiglie, denunciati ieri da Cgil, Cisl e Uil e dall’Udc, in quest’ultimo caso con un attacco tutto interno al partito visto che il bersaglio è l’assessore Gino Vinaccia. Oggi, invece, si registrano gli interventi di Italia dei Valori, La Destra e Fli, tutti durissimi nei confronti dell’amministrazione comunale.
“Il pagamento del servizio sarà in funzione dell’appartenenza alle fasce di reddito determinate dall’Isee – sostiene l’Idv – e ne sono previste solamente tre, oltre quella esente con reddito inferiore a 5.325 euro, con una suddivisione e relativa ripartizione della spesa che a noi non appare equa. Infatti, ad esempio, esiste un’unica fascia di reddito tra 10.000 euro e 30.000 euro, e già questo aspetto rende assolutamente non progressiva la partecipazione alla spesa delle famiglie in relazione al reddito, considerando che 20.000 euro di differenza tra i due valori non sono cosa di poco conto. Il Comune di Roma, per citare un caso vicino, stabilisce, oltre la fascia di esenzione totale, scaglioni progressivi di 2.500 euro tra una fascia e la successiva.
Un altro comune vicino come quello di Ladispoli, nel cui servizio mensa vengono utilizzati prodotti biologici e cibi naturali, ad esempio, prevede che da 10.001 euro a 15.000 euro il costo per pasto sarà di 2,50 euro ; per chi ha un reddito che va da 15.001 euro a 20.000 euro il pasto sarà di 3 euro e per chi supera i 20.001 euro il costo sarà di 3,30 euro. Qui a Civitavecchia invece leggiamo nella delibera, di cui chiediamo il ritiro, che da 10.653 euro a 30.000 euro il costo del pasto è di 4 euro e al disopra dei 30.001 euro sarà di 6,20 euro. Come si può verificare è una cifra ben diversa da quella di Ladispoli, dove, tra l’altro, la mensa funziona benissimo ed il cibo è ottimo. Tra le varie questioni che la delibera non affronta ci corre l’obbligo di segnalare la qualità del servizio offerto, che è spesso motivo di discussione tra comune e società appaltante da una parte e tra genitori ed insegnanti dall’altra nonché del massiccio ridimensionamento del contributo che l’amministrazione elargisce a questo settore. Ci sembra – conclude l’Idv – che che questa Amministrazione faccia fatica ad ottimizzare i costi e quindi rendere meno oneroso il carico sulle famiglie in un momento di crisi”.
Più sintetico, ma non meno duro l’intervento de La Destra. In una nota il direttivo del partito locale invita l’amministrazione a fare un passo indietro. “Non possiamo permettere – sostiene La Destra – che la tassa sulla mensa scolastica venga triplicata. Un’amministrazione responsabile si dovrebbe vergognare, i conti si devono far quadrare tagliando le spese superflue non speculando sui pasti dei bambini. Il limite è stato superato, sulle tematiche sociali non siamo disposti a concedere nulla”.
Non usa mezzi termini, invece, Futuro e Libertà, che parla di “porcata politica”. “Colpire sull’alimentazione, in senso di pasto dei bambini, dei nostri figli e nipoti, beh non ha eguali – afferma Fli – pensate solo a chi ha più di un figlio che fa i rientri scolastici e quindi pranza a scuola. Pensate a quanto aumenterebbero le loro spese mensili. Tanto vale portarseli a casa alle 13. Evitando così il tempo pieno. Che sia anche questo l’intento? Ma perché non si fanno dei tagli alle spese inutili visto che a Civitavecchia ce ne sono state e ce ne sono molte? Perché deve essere sempre il cittadino a rimetterci specie in un momento di gravissima crisi economica come quella che vive non solo l’Italia ma Civitavecchia in primis? Diteci voi – conclude Fli – se, pur essendo nel centrodestra come abbiamo sempre detto, possiamo sostenere una amministrazione del genere”.