“Non sono un esperto di macro economia; sono solo un ingegnere. Da tempo però come cittadino, mi pongo alcune semplici domande che ho anche rivolto ai nostri politici responsabili del settore senza ottenere alcuna risposta”.
“La domanda mi è riaffiorata sempre più incalzante ed attuale nell’ascoltare i comunicati su possibili investimenti cinesi in Italia che hanno fatto seguito al viaggio in Cina del nostro stimato Presidente del Consiglio Mario Monti. Pongo dunque di nuovo la domanda nel modo più chiaro possibile, sperando che qualcuno mi possa dare una risposta. L’Enel ha in corso una campagna per sostituire migliaia di vecchi contatori con altri di tipo digitale, con prestazioni molto articolate fra cui la lettura a distanza. La tecnica di realizzazione è digitale. La costruzione di questi contatori richiede un limitato consumo di energia e poco mano d’opera, e quindi potrebbe essere molto appetibile fabbricarli in Italia, piuttosto che in Cina visto che il costo della manodopera è trascurabile nel prezzo di produzione. Se le premesse non sono errate, non mi spiego come mai L’Enel fa costruire questi contatori in Cina e non, per esempio, a Civitavecchia e Brindisi le due città che a beneficio di tutti, subiscono le conseguenze di avere installate nel loro territorio le più grandi centrali a carbone d’Europa? Teniamo presente che l’entità della commessa fatta alla Cina dove si fabbricano i nuovi contatori ENEL non è trascurabile, infatti solo in Italia occorrono oltre trenta milioni di contatori e se consideriamo l’Europa la cifra presumo possa raggiungere i trecento milioni. Se potessimo confrontare il prezzo di acquisto con cui la Società Finanziaria costituita a questo scopo dall’Enel paga i contatori cinesi e il prezzo di quanto successivamente li fattura all’Enel stessa, molto probabilmente si rileverebbe che rispetto ai miliardi di Euro di differenza fra le due voci, il costo della manodopera è proprio trascurabile”.
Ing. Aurelio Naso
Candidato Consigliere Comunale
Lista Rete dei Cittadini