Durissima presa di posizione di Cgil, Cisl, Uil e Usb sull’iniziativa annunciata dai liquidatori di Hcs e delle Sot.
“Nonostante nell’ultima riunione del 14 marzo scorso in Regione, gli stessi funzionari dell’Assessorato al Lavoro avessero invitato liquidatori di Hcs e delle Sot a evitare qualsiasi atto unilaterale – si legge nella nota diramata da Cgil, Cisl, Uil e Usb – nonostante nella riunione svolta ieri tra organizzazioni sindacali e liquidatori, seppur in un clima legittimamente teso, non si fosse arrivati alla rottura del dialogo ma al tentativo di capire quali fossero le strade da intraprendere per uscire dall’impasse; nonostante l’azienda si era impegnata a fornirci un piano dettagliato su come applicare il contratto di solidarietà che ci è stato proposto nell’ultima riunione del 20/03/2014 con annesso nuovo organigramma, da pochi minuti abbiamo ricevuto dai liquidatori e amministratori di Hcs e delle Sot, anziché la documentazione concordata, l’avviso dell’unilaterale sospensione degli istituti salariali e normativi previsti dalla contrattazione di secondo livello. Ciò non solo contraddice palesemente gli impegni assunti in sede regionale e smentisce il dialogo con le forze sindacali, ma colpisce in modo lineare e indiscriminato lavoratori di ogni livello in modo iniquo e più grave per le fasce più basse di reddito. A noi questo sembra il vero sfascio di chi, dopo aver ripetutamente accusato il sindacato con proclami a mezzo stampa, mostra adesso pubblicamente di avere obiettivi ben diversi da quelli auspicati, vale a dire la salvaguardia stabile e duratura di Hcs e delle Sot rispetto ad un possibile fallimento e la garanzia di assicurare, con continuità ed in sicurezza, i servizi resi alla cittadinanza. Le azioni messe in campo, purtroppo, denotano soltanto uno spirito “ragionieristico”, peraltro di breve periodo, ma soprattutto privo della necessaria esigenza di far coincidere il risanamento economico con la riorganizzazione, azioni queste, necessarie e più volte richieste da queste organizzazioni sindacali per il bene comune e per il futuro sia dei lavoratori che dei cittadini di Civitavecchia. Una scelta di cui si devono assumere integralmente la responsabilità e che, se confermata, porterà difficilmente a concludere qualcosa nella ripresa del confronto già convocata presso la sede della Regione Lazio il 25 marzo prossimo. A differenza loro, noi la responsabilità di salvare posti di lavoro e i servizi ce la sentiamo addosso fin dall’inizio di questa incredibile vertenza, ma nessuno può utilizzarla per salvare se stesso e un sistema marcio”.