“Titolo più evocativo non lo si poteva scegliere: la casa della memoria”. Inizia così l’intervento sulla Casa della Memoria di Cristian Bufi, candidato al consiglio comunale con il Psi.
“Non “mezzo della memoria”, non “esposizione della memoria”, ma “casa” – prosegue Bufi – e la casa è rifugio, vita e abitudine di ognuno di noi. Dopo una giornata di intensi travagli, si ritorna a casa; la casa è il luogo del cuore; se non stai buono ti riporto a casa… quindi non un pretesto facile (giusto per trovare un titolo) bensì una scelta mirata a colpire la nostra anima e il nostro orgoglio. Sembrerebbe una contraddizione allora, ma non è così. Nella casa della memoria noi non ritroviamo la nostra casa di tutti i giorni, ma la casa che poteva essere, la casa dei nostri nonni e di quelli prima di loro. Una sorta di casa “dei sogni” allora? In parte. Poiché ormai quei sogni sono finiti in pezzi sotto le bombe, che molti fotogrammi esposti ricordano, e tra il prima e il dopo c’è solo questo vago e desertico adesso, in cui non possiamo far altro che ricordare com’era una piazza, com’era una fontana, com’era la vita insomma prima e durante la mostruosità di una guerra”.