Nella scorsa settimana è stato presentato alla Scuola dello Sport del Coni di Roma il nuovo libro di Nicola Porro, professore di Sociologia presso l’Università di Cassino. L’opera del docente civitavecchiese s’intitola “Manuale di sociologia dello sport e dell’attività fisica” ed è stato scritto a quattro mani col collega Stefano Martelli. Il volume si pone l’obiettivo di essere innovativo negli studi riguardo lo sport.
Questa è l’ennesima opera del docente civitavecchiese, che ha ormai intrapreso da tempo questo filone, che va avanti addirittura dal 1989 e ne ha parlato in una decina di libri. L’obiettivo del professore è quello di colmare alcune lacune, da sempre presenti tra i sociologi internazionali, ma soprattutto italiani. Solitamente sono due i punti di vista da cui si vede lo sport. Uno è quello dell’atleta, nella massa costituito soprattutto da amatori, che vogliono solamente fare qualcosa di diverso e magari migliorare la propria forma in vista della calda stagione. La percentuale di chi lo fa in maniera agonistica è minore di molto rispetto a chi lo fa per puro diletto. L’altro punto di vista è quello dello spettatore, del grandissimo numero di tifosi che segue un determinato evento. Nelle prossime settimane si disputerà il Mondiale di calcio, manifestazione che ci dovrebbe apparire così lontana, si gioca in Brasile, gli atleti che parteciperanno sono in gran parte dei milionari lontani dal popolo. In realtà lo scenario della rassegna iridata è in mezzo a noi, per il gran coinvolgimento fatto dai mass media e da chiunque ci sia vicino. Porro è una persona di cultura, spesso scrive facendo citazioni anche lontane nel tempo e quasi si “diverte” a riprendere varie fasi storiche. Obiettivamente non è una lettura per tutti, il suo stile si avvicina più a quello del professore di latino e greco, anzichè il lettore del quotidiano sportivo. Il pensiero dello scrittore è innovativo, come detto in una puntata di questa edizione di Report, ci sono molte cose da cambiare nello scenario nazionale, gestito interamente dal Coni e dalle sue Federazioni, i cui vertici vengono nominati proprio dal Comitato Olimpico e spesso si tratta di scelte meramente politiche. Quindi si crea una situazione di “do ut des” in cui nessuno disturba l’altro ed in questa situazione a rimetterci è sempre l’atleta, che se non è un fenomeno deve sempre pagare, per ogni trasferta, per ogni tesseramento, per ogni attrezzatura e nel caso voglia svincolarsi dalla società di appartenenza. Alla presentazione romana del libro di Porro era presente anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, con la speranza che abbia recepito le idee del professore civitavecchiese.