Invece di valorizzare il ruolo dell’agricoltura e gli effetti positivi e benefici derivanti dalla presenza delle imprese agricole, sull’ambiente, sulla biodiversità e sulle comunità rurali, si continua a dare seguito al progetto di ampliamento di un impianto che prevede un sistema di compostaggio con sistema anaerobico per la produzione di energia, previsto in Località Olivastro a Tarquinia.
In un’area di agricoltura di pregio, compatibile soltanto con impianti di compostaggio aerobici, naturali, si vorrebbe invece autorizzare un impianto che produce biogas e biometano. Invochiamo a gran voce la tutela delle falde acquifere, dei terreni, delle produzioni tipiche, la tutela dell’ambiente e del suo paesaggio.
Come associazioni di categoria degli agricoltori, come associazioni ambientaliste, al fine di garantire la tutela delle imprese agricole e dei cittadini di Tarquinia , riteniamo indispensabile impedire aggressioni al sistema naturale e produttivo.
Una corretta valutazione di impatto ambientale, dovrebbe verificare anche la valutazione dell’impatto sul patrimonio agroalimentare cosa che dubitiamo sia stata fatta. La nostra proposta di come smaltire la frazione organica è quella che sceglie gli impianti di smaltimento di tipo aerobico, a decomposizione organica normale. Le dimensioni dovrebbero essere nettamente inferiori a quelle anaerobiche a biogas e anziché impiantarne uno di grandi dimensioni ne basterebbero alcuni più piccoli dislocati nel territorio, al fine di creare uno smaltimento diffuso e collettivo.
Dire “No!” al biogas vuol dire salvaguardare il nostro territorio, pretendere la massima tutela dei cittadini e del patrimonio naturalistico culturale ed economico del territorio.
Per tutti questi motivi, aderiamo alla manifestazione organizzata per sabato 8 Aprile alle 10 a Piazza Matteotti dalle associazioni Bio Ambiente Tarquinia e dal Forum Ambientalista.