La convenzione decennale firmata da Comune e Soprintendenza sulle Terme Taurine non convince tutti. O almeno provoca un senso di angoscia nell’esponente del Pd Mario Michele Pascale, che lancia un appello al sindaco Cozzolino attraverso una lettera aperta.
“Caro Sindaco – scrive Pascale – apprendo dalla stampa che il comune di Civitavecchia ha firmato un accordo con la Sovrintendenza per la gestione delle terme taurine. Il sito archeologico è patrimonio della città ed è giusto che venga gestito dalla città. Eppure non riesco a scacciare un senso di incombente angoscia, del quale vorrei parlarti.
La tua amministrazione si è distinta per aver identificato le bancarelle come volano dello sviluppo dell’economia. Per favorire questa vostra visione piazza della vita, nonostante il nome altisonante a ricordo delle vittime dell’inquinamento, è stata trasformata in un mercato della periferia di Calcutta. Non vorrei, adesso, ritrovarmi le terme taurine invase dalle bancarelle e dal made in China. Inoltre il vostro modo di intendere la cultura è stato lo street food. Non vorrei trovarmi i prati delle terme intasati dalle grigliate.
Ti prego di sorprendermi, caro sindaco. Perché quello che si è visto fino ad oggi non fa presagire un futuro roseo e decoroso per il sito archeologico.
Leggo, inoltre, che il comune individuerà un soggetto cui affidare la gestione delle terme taurine. Bene. Ma vorrei esporti anche qui le mie preoccupazioni. Non vorrei che le terme finissero nelle mani di associazioni che hanno dato grande prova di saper estirpare erbacce dalle strade cittadine, dando mostra sicuramente di angelica abnegazione, ma ahimè tragicamente impreparate da un punto di vista storico archeologico e non competenti dal punto di vista dell’economia legata alla cultura. Auspico che non sia bastevole la carica di “storico ufficiale” del movimento cinque stelle per diventare deus ex machina del sito. Spero vivamente che il futuro soggetto gestore sia scelto sulla base delle competenze, dell’esperienza sul campo, del merito e del curriculum. Cosa che non dovrebbe essere difficile dato che il tuo stesso (non) partito predica questa stessa cosa. Sia chiaro, non metto in dubbio la tua onestà. Posso dubitare (e lo faccio) delle tue capacità, ma non della tua onestà. E’ comunque facoltà del comune scegliere i criteri per l’accesso al bando.
Ti invito ad essere severo e a tutelare al meglio il bene comune.
Sono certo che, dopo l’infinito torpore del tuo mandato, saprai sorprendermi, facendo la cosa giusta. Perché anche tu vuoi bene alla nostra città, alla cultura e alle terme taurine. Vero, sindaco?”.