Trenta milioni e 900 mila euro. E’ la somma che la Compagnia Porto Civitavecchia, la società concessionaria della defunta darsena grandi masse, ha richiesto all’Autorità Portuale per vedersi restituiti i canoni, spese ed oneri versati nel corso degli anni. A decidere per una ulteriore accelerazione nella richiesta risarcitoria nei confronti di Molo Vespucci è stato il consiglio di amministrazione della società, composta per il 65% da Itinera del Gruppo Gavio, per il 25% da Enel e per il 10% da Sodeco.
L’anticipazione della decisione della Compagnia Porto Civitavecchia di procedere con il procedimento arbitrale arriva dalla rivista specializzata Ship 2 Shore, che riporta quanto scaturito dal consiglio di amministrazione svoltosi a fine dicembre. Tutto nasce dalla concessione che l’Autorità Portuale aveva rilasciato nel 2006 per la realizzazione della darsena energetica grandi masse, che sarebbe durata fino al 2046. Il progetto iniziale naufragò e in quel momento prese piede l’ipotesi di destinare la darsena ad accogliere esclusivamente il traffico dei contenitori. Si attendeva, al riguardo, un contributo pubblico di 200 milioni di euro che non è mai arrivato e che ha, di fatto, portato al naufragio del progetto. Adesso, Compagnia Porto Civitavecchia, non ritenendo di avere responsabilità nel fallimento dell’iniziativa, chiede la restituzione all’Autorità Portuale di quanto versato finora e visto che, finora, ogni tentativo di andare ad una soluzione bonaria è stato vano, la società ha deciso di chiedere l’arbitrato, auspicando comunque che in quella sede si possa raggiungere comunque un’intesa. Il problema è che anche una cifra inferiore ai 31 milioni di euro richiesti, rischia di mettere davvero in crisi il bilancio dell’Autorità Portuale, sul quale grava già il debito per il contenzioso perso con Totalerg.