“Messi in trappola e finiti in mezzo a giochi più grandi di loro”. Secondo l’esponente del Partito Democratico Fabio Angeloni, è questa la sorte dei lavoratori della Royal Bus.
Per Angeloni sei di loro “non autisti” hanno già perso il posto di lavoro perché esclusi dal verbale tra Port Mobility e sindacati. “Anche se i loro nomi figurano in un elenco allegato – spiega Angeloni – un passaggio dell’accordo limita chiaramente la riassunzione ai soli autisti dei pullman. Ma anche per i 28 autisti non c’è nessuna garanzia perché solo dopo l’aggiudicazione tramite gara europea potranno scattare i meccanismi di riassunzione previsti dalla legge. Nel frattempo le ditte che verranno scelte da Port Mobility si faranno due conti e con le attuali tariffe riassumere tutti sarebbe un miraggio. Questo è quello che le fonti sindacali hanno riferito al forum Economia del PD Provincia Roma di cui sono il Presidente. Salto la formuletta di un PD preoccupato per questa situazione, perché in realtà andrei ben oltre. Ora è necessario che l’Authority scenda in campo e che il Presidente Di Maio assuma le redini di questa operazione che così com’è rischia di essere il suo primo fallimento. Fin qui, malgrado i richiami del Consigliere del Ministro Del Rio, Di Maio ha lasciato mano libera ai privati, vale a dire alla famiglia Azzopardi, ed il risultato è che imprenditoria e manodopera civitavecchiese ne risultano fortemente penalizzate.