Nel momento forse più difficile della sua permanenza a Molo Vespucci e abbandonato un po’ da tutti a livello locale, Francesco Maria di Majo, da un anno e mezzo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Tirreno Centro-Settentrionale, potrebbe trovare un minimo di conforto dalle pagelle stilate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il MIT ha infatti deciso di andare ad una valutazione dell’operato dei 15 presidenti delle autorità di sistema portuali, sulla base della quale procedere poi o meno all’erogazione della parte variabile del compenso annuo. Ogni presidente di authority ha uno stipendio annuo lordo di 170 mila euro come quota fissa, al quale si aggiungono ulteriori 60 mila euro lordi di parte variabile. Proprio per vedere se l’erogazione della quota variabile è congrua, i dirigenti del Ministero stanno stilando delle vere e proprie pagelle, che si basano essenzialmente sul raggiungimento degli obiettivi operativi e sui comportamenti organizzativi. Ebbene, stando ad indiscrezioni che provengono da “The Medi Telegraph”, magazine del Secolo XIX, soltanto tre presidenti su quindici starebbero per ricevere una pagella negativa e tra questi non figurerebbe Di Majo. Si tratterebbe infatti dei massimi esponenti delle autorità portuali di Venezia, Bari e Taranto. Analoga valutazione negativa sembra fosse pronta anche per il presidente dell’Autorità Portuale di Trieste, ma è stata poi cambiata dopo una serie di chiarimenti. Una strana sorte, dunque, quella del massimo esponente di Molo Vespucci, bocciato pesantemente a livello locale e abbandonato un po’ da tutti sul piano strettamente politico e, a quanto sembra, promosso invece dal Ministero competente. Evidentemente, i parametri utilizzati sono completamente diversi.