Sarà emanato un bando, oppure Palazzo del Pincio riuscirà finalmente a tirar fuori un nome per designare il suo componente all’interno del comitato di gestione dell’Autorità Portuale, dal quale manca da oltre tre mesi? La domanda è quanto mai legittima, perché dalla fine di maggio, da quando è caduta l’ipotesi del comandante di vascello Lorenzo Savarese, non autorizzato dal Ministero, come possibile successore di Francesco Fortunato, sulla questione è caduta una densa coltre di silenzio.
Un silenzio peraltro pericoloso in un momento come quello che sta vivendo il porto di Civitavecchia. Sul tappeto vi sono infatti una serie di questioni particolarmente importanti, che possono incidere, positivamente o negativamente, nel presente e soprattutto nel futuro dello scalo marittimo ed è paradossale che manchi il parere del Comune. Oltretutto, negli ambienti marittimi hanno iniziato a circolare voci su possibili presenze di presunti consulenti esterni che apparterrebbero però ad altri porti, direttamente concorrenti di Civitavecchia. Non si spiegherebbe per quale motivo, qualora le voci trovassero conferma, a decidere sulle strategie del porto locale debbano essere rappresentanti di porti commercialmente concorrenti. Ma, ripetiamo, in questo caso si tratta di voci, peraltro non confermate. Quello che invece è assolutamente realtà è l’assenza di un rappresentante del Comune, e quindi della città, all’interno dell’organo decisionale più importante dell’Autorità di Sistema Portuale. Un rappresentante che, oltretutto, Palazzo del Pincio, unitamente agli altri comuni sedi di autorità portuali, ha sempre rivendicato con forza. Che si aspetta, allora, a nominarlo? Possibile, come già chiesto in altre circostanze, che Civitavecchia, città dalle decennali tradizioni portuali, non abbia un personaggio in grado di rappresentarla in seno al Comitato di Gestione dell’Autorità Portuale?