A Civitavecchia esiste un’isola felice in cui la crisi occupazionale non si fa sentire e dove non esiste un problema stipendi, anzi, dove gli stipendi sono ben più alti che in altre analoghe realtà italiane. Quell’isola è niente altro che l’Autorità Portuale di Civitavecchia. Confrontando la situazione di Molo Vespucci con quella di altre autorità portuali, nel caso quelle di Genova e Napoli, il quadro che emerge è eloquente e fornisce l’immagine di una sostanziale ricchezza.
E la ricchezza non riguarda i vertici dell’Authority, considerato che lo stipendio del presidente è praticamente allineato a quello dei suoi colleghi italiani e nel 2011 è stato di poco inferiore ai 230 mila euro, riguarda invece quanti operano, a seconda delle mansioni, all’interno e all’esterno di Molo Vespucci. Andando ai numeri e snocciolando le cifre contenute nella relazione della Corte dei Conti si legge che nel 2011 il personale di Molo Vespucci ammontava a 73 unità, che salgono a 87 considerati anche i dipendenti degli scali di Fiumicino e Gaeta, controllati dall’Authority civitavecchiese. Il costo complessivo del personale, nel 2011, ammontava a poco più di 9 milioni e 800mila euro. Calcolatrice alla mano, il conto è presto fatto: lo stipendio medio di un dipendente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia era nel 2011 di 113mila euro all’anno. Per avere un quadro più completo della situazione, basta fare un parallelo con l’Authority di Napoli, che nel 2011 contava su circa 20 dipendenti in più, 103 in totale. Per mantenere il proprio personale, il porto campano spendeva tre anni fa poco più di 8 milioni di euro all’anno, mediamente 78mila euro a dipendente. Confronto che si fa più eloquente se ad essere preso come termine di paragone è Genova, il porto più grande d’Italia. L’Autorità Portuale ligure, per mantenere i suoi 217 dipendenti, quasi il triplo di quelli civitavecchiesi, spendeva fino al 2011 quasi 18 milioni, poco più di 82mila euro all’anno a dipendente. In sostanza, nel 2011 le maestranze dell’Autorità Portuale di Civitavecchia percepivano quasi 35 mila euro all’anno in più rispetto ai colleghi napoletani e quasi 30 mila euro all’anno in più rispetto ai colleghi genovesi. E forse attraverso queste cifre si spiega per quale ragione è difficile che una parte dei proventi che gli armatori e gli utenti versano nelle casse di Molo Vespucci possa tornare in qualche modo alla città e al resto dei civitavecchiesi.