Nuovo capitolo della vicenda della “talpa”, il dipendente del Comune di Civitavecchia accusato di aver rivelato notizie di ufficio che invece sarebbero dovute rimanere segrete, poiché, in violazione dei doveri inerenti le sue funzioni nell’ambito del procedimento relativo al forno crematorio, avrebbe inviato mediante e-mail una relazione a sua firma nella quale concludeva che non vi erano elementi ostativi alla prosecuzione dell’attività del forno e all’aumento delle cremazione, bloccate dall’amministrazione Cinque Stelle a 2080 all’anno. Atti che poi sarebbero stati utilizzati dalla Tempio Crematorio Civitavecchia Srl, la società che ha realizzato e gestisce il forno crematorio, per produrle nel procedimento cautelare dinanzi al Consiglio di Stato per la sospensiva delle prescrizioni comunali riguardanti proprio l’esercizio dell’attività di cremazione. Nell’udienza di ieri, il Giudice per le Udienze Preliminari ha accolto l’eccezione avanzata dall’avvocato della presunta talpa, Davide Capitani, che riteneva di fatto nulla la richiesta di rinvio a giudizio a carico del suo assistito.
Dopo l’arrivo dell’avviso conclusione indagini, infatti, il legale aveva presentato come da prassi delle memorie e chiesto che l’assistito fosse interrogato dal Pubblico Ministero. La pec con i documenti e la richiesta di interrogatorio, inviata nei tempi previsti, non è stata però presa in considerazione. “Il Gup ha accolto la nostra eccezione – afferma l’avvocato Capitani – perché c’è stato un errore. Noi avevamo chiesto l’interrogatorio perché abbiamo le prove concrete che dimostrano il fatto che non c’è stata nessuna rivelazione di questo famoso documento. Documento che non peraltro non ha le caratteristiche del segreto, visto che era già circolato in precedenti incontri con la società. Siamo fiduciosi e convinti che riusciremo a far valere le nostre ragioni dinanzi al Pubblico Ministero”.
Gli atti sono quindi tornati in Procura e l’interrogatorio richiesto sarà calendarizzato nei prossimi giorni, probabilmente per settembre.