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Le speranze dell’amministrazione comunale, esplicitate più volte dal sindaco Cozzolino che parlava di soluzione dei problemi idrici a metà giugno in coincidenza con il rientro in funzione dell’acquedotto Oriolo, sono andate deluse. Anche l’immissione nella rete idrica cittadina dei circa 20/30 litri al secondo assicurati dall’acqua proveniente dal viterbese, non ha portato ad un sostanziale miglioramento della situazione.
La giornata di ieri è stata quindi in tutto e per tutto simile ad altre domeniche da un mese a questa parte. A lamentare l’assoluta o quasi totale mancanza di acqua sono stati interi quartieri, come l’ormai tradizionale Benci e Gatti – Uliveto e, a macchia di leopardo, diverse altre zone di Civitavecchia. Disservizi sono stati lamentati in largo Plebiscito, in viale della Vittoria, nella zona mercato, in via Apollodoro, a Boccelle, in via Puccini, nel quartiere San Liborio, in via Bramante e via Lepanto, a san Gordiano e Campo dell’Oro bassa. Niente di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire, con una consistente fetta di utenti che deve ormai fare i conti quasi quotidianamente con un’usanza che sembrava finita nel libro dei ricordi degli anni ’60, ’70 e ’80, ovvero quella di raggiungere le fontanelle pubbliche per fare scorta di acqua. Non sembra, infatti, che le varie manovre messe in atto dai tecnici del Comune per fronteggiare il problema stiano portando alla risoluzione del problema. E ciò, come spiegato in precedenti articoli, nonostante l’acqua assicurata, superiore a 350 litri al secondo, sarebbe sufficiente a garantire una normale erogazione ad una città con il doppio dei residenti di Civitavecchia. In questo contesto, si registra un elemento comunque positivo. Da sabato scorso Palazzo del Pincio sta inviando quotidianamente l’autobotte in Piazzale Torraca, la zona più colpita dal disservizio e peraltro abitata da molti anziani. L’acqua viene immessa direttamente nei serbatoi dove è possibile, oppure consegnata direttamente a casa dal personale della Protezione Civile proprio ai nuclei familiari composti da persone anziane. Insomma, finalmente ci si è resi conto che esiste una vera e propria emergenza.