“Caro Sindaco, uno dei principali elementi (se non il primo) che consente ad un contesto sociale di essere definito CIVILE è l’ACQUA POTABILE. Purtroppo, per qualche funesta congiuntura, dai rubinetti delle case dei civitavecchiesi, già duramente provati dalla passata gestione, continua ad uscire acqua non potabile. Un giorno sì e l’altro pure”.
“Alluminio? Residui fecali? Piombo fuso? Battute a parte, non appena il Tuo assessore competente riuscirà ad individuare analisi che lo soddisfano, si spera di poter almeno conoscere la verità ufficiale.Intanto l’assessore chiede PAZIENZA.
Da amministratore capace ed esperto, quale è fuori di dubbio che Tu sia, converrai che quando l’oggetto è la privazione di un bene primario come appunto l’ACQUA, la PAZIENZA è una qualità dell’animo che non può rientrare tra le categorie dell’efficienza amministrativa.
La non potabilità configura una situazione di emergenza totale, a cui deve corrispondere un livello di misure e di allarme adeguati: ordinanze mirate per gli esercizi pubblici, per le mense, per le case di cura, ……….; il tutto naturalmente accompagnato da un’azione di informazione capillare a conforto di TUTTI i cittadini, anziani, irregolari e anche di tutti coloro che, per ovvi motivi, non hanno modo di accedere ai canali classici di comunicazione, da internet alla carta stampata.
Insomma, qualcosa di più delle quattro battute dell’assessore che, anziché tranquillizzare, contribuiscono ad alimentare inquietudine: ma l’acqua è potabile o no? ma l’acqua SARA’ DI NUOVO potabile o no? e intanto? i cittadini continuano a pagare sia le bollette che l’acqua al supermercato? con tanta pazienza?
Più che pazienti, mi pare ci siano i presupposti per cominciare ad essere arrabbiati:
– PERCHE’ L’ACQUA POTABILE, BENE PRIMARIO, DEVE ESSERE GARANTITA OGNI GIORNO, OGNI SETTIMANA, OGNI MESE DELL’ANNO;
– PERCHE’ LE UTENZE SONO PAGATE A FRONTE DI UN SERVIZIO: SE IL SERVIZIO NON VIENE EROGATO, AI CITTADINI DEVE ESSERE RICONOSCIUTO IL DIRITTO DI DECURTARE DALLA BOLLETTA OGNI GIORNO, OGNI SETTIMANA, OGNI MESE DELL’ANNO, IN CUI NON HA AVUTO ACQUA POTABILE;
– PERCHE’ COME CITTADINI CONTRIBUENTI ABBIAMO DIRITTO A VIVERE IN UN CONTESTO DEGNO DI ESSERE DEFINITO CIVILE, ALMENO PER I SERVIZI ESSENZIALI;
– PERCHE’ LA MANIFESTA INCAPACITA’ CON CUI L’ASSESSORE COMPETENTE HA GESTITO LA QUESTIONE E’ TALE DA MOTIVARNE L’IMMEDIATA RIMOZIONE.
So bene che le preoccupazioni di chi gestisce la cosa pubblica sono innumerevoli e non sempre si può stare dietro a tutto, tra crisi, patto di stabilità, candidature alle regionali, alle politiche, al condominio del palazzo del vicino… non si rivince!
D’altra parte, essere Sindaco di un comune fuori dal più elementare contesto civile, può non rappresentare un fattore di orgoglio da ostentare ai più vari livelli: dopo la positiva sortita sulla chiusura delle centrali, una città senza acqua potabile rischia di trasformarsi in un brutto scivolone.
Caro Sindaco, confido nel tuo intervento.
Un cordiale saluto”.
Lucia Bartolini