“Tidei annuncia le sue dimissioni per il primo luglio. Un altro mese di doppio incarico è un vulnus alla legge e un danno al Pd”. Mario Adinolfi commenta così le dimissioni programmate di Pietro Tidei dalla carica di deputato.
“Per la legge, la Corte Costituzionale, le regole interne del PD Tidei è incompatibilmente detentore di due incarichi dal 21 maggio. Ora si prende un altro mese di tempo. Gli ricordo che il sindaco di Siena eletto nel maggio scorso, in ossequio a tutte le norme citate, si è dimesso il giorno dopo. E poi ha perso anche la poltrona di sindaco. Sono gli incerti del mestiere. E il senso di rispetto per la la legge. Ora vigileremo sul valore della parola di Tidei, che ai suoi elettori promise in campagna elettorale dimissioni ‘immediate, in ossequio alla legge. Le poste d’estate sono lente e non vorremmo che rallentassero i propositi anticasta del sindaco di Civitavecchia, che al vitalizio da consigliere regionale potrà sommare quello da ex deputato. Eh, sono sacrifici. Fuor di scherzo, tutto questo nuoce alla credibilità del PD e le dimissioni immediate in ossequio alla legge sono l’unica soluzione seria”.
Ma il neo sindaco di Civitavecchia e parlamentare controreplica a chi dovrebbe succedergli a Monte Citorio.
“Adinolfi con la vicenda delle mie dimissioni cerca una fama e una visibilità che non merita. Ma almeno lasci stare i discorsi anti-casta. E’ lui che per la “casta” sembra smaniare anche se vi entrerà “last minute”. Come rappresentante del popolo non è dato sapere quanto valga, visto che non l’ha votato mai nessuno (0,17% alle primarie del PD del 2007 per un totale di 5.900 voti). Oppure adesso i blogger sono la “casta nascente” che si auto-elegge direttamente dall’ euforia della rete? Personalmente, con tre mandati da sindaco e due da parlamentare sulle spalle, ho deciso di rinunciare alla “sua” amata casta e di tornare a fare il sindaco, dopo 42 anni di politica e di vita di lavoro (fino a che non sono andato in pensione dall’Enel) . E la gente è con me, visto che ora sono stato rieletto rinuncindo subito allo stipendio da primo cittadino. Quindi confermo: mi dimetto il 1 luglio dopo l’approvazione di un bilancio comunale messo seriamente in forse dai 31 milioni di debiti che ho trovato. Credo sia giusto fare esattamente come prevede la Legge e penso che il Paese possa in fondo fare a meno per un altro mesetto di un giocatore di poker professionista come onorevole. Adinolfi può intanto iniziare a camminare tra la gente e a guadagnarsi un po’ di fiducia e di voti, anziché pontificare comodamente seduto al pc. Ne gioverà la linea e, forse, la politica di cui si professa campione del rinnovamento, Con più’ di qualche ombra però, compresa la malcelata intenzione di essere il primo deputato “grillino”. O no?”.