L’ineffabile assessore al verde, Giancarlo Frascarelli, ha trovato la panacea ai problemi del verde pubblico: l’adozione da parte dei privati di piccole porzioni o aree di verde che saranno curate e manutenzionate, pertanto, dagli adottanti.
Complimenti per il colpo di genio: ha surclassato il mio “goliardico” suggerimento relativo all’inclusione delle rotatorie di Moscherini nel progetto “Orti urbani per gli anziani”, anche se da esso ha tratto, forse, spunto…ma questo non mi lusinga, anzi mi deprime. Quando il cittadino qualunque deve farsi carico delle incombenze proprie della pubblica amministrazione significa che si è arrivati non alla frutta ma addirittura al digestivo! Significa, inoltre, che il danaro sonante dei contribuenti viene impiegato “ad capocchiam” e mi si consenta l’uso del latino “maccheronico”: quello “classico” può essere usato solo in un contesto serio e responsabile. Mi par giunto il momento di compiere qualche riflessione su tale evento che è sintomatico di un panorama politico che, a mio parere, si sta rivelando sempre più indefinibile se non addirittura “amorfo”: la gestione della “cosa pubblica”si sta inesorabilmente plasmando su una trama “kafkiana” dalla quale non sembra trovare alcuna via d’uscita. Questo stato di cose è maledettamente preoccupante perché non si possono affrontare i problemi connessi con il “sociale”con misure da “zuzzerelloni”: il cittadino paga le sue tasse ed ha il diritto al rispetto dei suoi sacrifici attraverso un corretto impiego dei “fondi pubblici”. Finché con la bonaria ironia si stuzzica il “buonsenso” e “l’amor proprio” dei rappresentanti della pubblica amministrazione siamo ancora nell’accettabile atmosfera di sottolineare, in maniera goliardica, un qualche aspetto politico-sociale abbisognevole di un intervento correttivo, però si sfiora il dramma politico-sociale quando “l’ironia” non viene compresa come tale e diviene paradossalmente un aspetto politicamente “concreto” del sociale. In tale circostanza siamo al tramonto di un’intera classe politica che inesorabilmente dimostra il “vuoto progettuale”e l’incapacità di discernere il “pretestuoso” dal “lineare”: quando dei piccoli uomini riescono a proiettare delle lunghe ombre siamo giunti al tramonto ed è ora di andarsene a casa! Quando personaggi, che hanno concretamente fallito nella loro attività politico-sociale riescono ad ottenere ancora eco, attraverso i mass-media, presso la pubblica opinione allora siamo in una situazione veramente drammatica: le “larghe intese” sono divenute, con una paradossale metamorfosi, delle “strette incomprensioni” o se si preferisce l’assurdo geometrico delle famigerate “convergenze parallele”. Per tornare al nostro ineffabile assessore gli suggerisco,chiarendo che la mia è solo bonaria ironia, di lanciare il progetto “adottiamo una pantegana!”: può darsi che con le buone si riesca a venire a capo di tale grave problema.
Gabriele Pedrini
Segretario Federale Fiamma Tricolore