“Affabulazione” è lo spettacolo di ricerca del Teatro Ygramul LeMille Molte, presentato nel fine settimana al Nuovo Sala Gassman per la stagione teatrale di Blue in the face. Un lavoro molto complesso sul tema della pedofilia, proposto nei modi della tragedia classica, rivisitando “Affabulazione” di Pier Paolo Pasolini con i ritmi, le danze, i rituali e le maschere dell’Isola di Bali in cui il gruppo teatrale romano ha lavorato al suo progetto.
La struttura di legno al centro del palcoscenico con i personaggi che lottano come galli da combattimento, salgono e scendono dal solaio, discutono e si confrontano. E il pubblico, diviso fra madri, padri, figli e anziani, che siede ai bordi, spettatore della lotta. Si presenta così l’Affabulazione, la tragedia di Pier Paolo Pasolini, rivisitata dal gruppo teatrale Ygramul che la trasfigura nel mondo dell’isola di Bali con i suoi gesti, le danze, le musiche, le maschere e i rituali. Una ricerca antropologica che ha portato nel 2007 la compagnia a Bali con un progetto teatrale di lotta alla pedofilia e al turismo sessuale, che trova ritmi e forme nel lavoro presentato al Nuovo Sala Gassman. Negli episodi che compongono la tragedia si assiste al crescente delirio del padre che prima sogna e poi mette in atto il possesso del proprio figlio, attraverso l’omertà della madre e la condiscendenza della fidanzata del giovane. La pretesa dei padri che i figli siano come loro e l’incapacità di capirli ripropone la tragedia di Edipo. Un tema rivissuto da Pasolini e calato nel mondo dell’estremo oriente, riproposto nella complessità dei contenuti e dei simboli del teatro di ricerca, della parola, che si accompagna alla gestualità e alla rappresentazione orientale delle maschere.
Una rappresentazione complessa, scandita dalla suggestione dell’invenzione scenica, in cui la struttura di legno è una macchina che si trasforma con gli sgabelli, i ganci, i suoi accessori. Un simbolismo che richiede la massima attenzione nel seguire i personaggi e le loro reincarnazioni con gli attori a stretto contatto con il pubblico che, tuttavia, rimane lo spettatore a cui viene mostrato il rito, la sacra rappresentazione tragica. Un esercizio di stile ad alto livello con gli attori tutti bravi: dal protagonista e regista Vania Castelfranchi, a Valentina Conti, a Camilla Franceschini, Simone di Pascasio e Andrea Di Noto che è l’ombra di Sofocle. Una proposta che si inquadra nella variegata stagione del Nuovo Sala Gassman che qui apre il suo spazio alla ricerca.