“L’ordine del giorno approvato ieri dal Consiglio comunale sulla questione della città metropolitana rappresenta la sintesi esatta della grande incertezza che regna intorno a questo argomento”.
“Se il Consiglio avesse votato l’una o l’altra ipotesi avrebbe compiuto una forzatura, poiché lo avrebbe fatto senza il coinvolgimento dei cittadini, quanto mai necessario per una decisione che cambierà l’assetto istituzionale del territorio per molti anni a venire. Inoltre il voto del Consiglio avrebbe reso legittima la stessa norma che tutti contestano, giustamente impugnata e per la quale si sta attendendo il pronunciamento della Corte Costituzionale.
La scelta di attendere, quindi, e contemporaneamente iniziare a promuovere il dibattito nella comunità locale, è quanto mai opportuna, perché risolve problemi di merito e di metodo, causati, occorre ribadirlo, dal decreto legge del Governo Monti che è sbagliato nei presupposti, insufficiente nei contenuti e incerto nelle finalità.
Per quanto attiene più specificatamente alla sostanza, dopo avere soppesato i pro e i contro di una scelta comunque difficile, personalmente ho maturato l’opinione che sia più conveniente rimanere nell’area metropolitana, per molti motivi, difficilmente riassumibili in questa sede ma che non mancherà modo di esprimere, che si sostanziano nella convinzione che tale opzione offre maggiori opportunità di sviluppo del territorio: ciò a mio avviso emerge chiaramente da una lettura attenta del decreto e dai documenti che lo accompagnano, dai quali si evince la chiara volontà del Governo di puntare sulle città metropolitane conferendo loro funzioni e competenze e al contempo svilire il ruolo delle Province, non sopprimibili in questa fase ma solo possibili oggetto di riordino.
Non risponde al vero quindi quanto asserito da qualcuno, ovvero che Sinistra Ecologia Libertà sarebbe schierata per la Provincia dell’Etruria.
La verità è che il confronto nel nostro partito è in atto, in modo corretto e trasparente, scevro da condizionamenti legati all’appartenenza politica, ma soprattutto libero da elementi di pressione connessi a interessi di natura diversa dalle sole convenienze della città. Nell’ambito di questo libero confronto ognuno matura le sue posizioni, che non possono essere rigide, proprio perché nel decreto sulla spending rewiev sono insufficienti gli elementi per decidere consapevolmente e molte invece le domande senza risposta.
Confido che il decreto venga abolito e possa essere restituito all’autonomia locale il principio di autodeterminazione previsto dalla Costituzione. In un quadro di ripristino delle regole democratiche, e a seguito di un approfondimento collettivo, il referendum potrebbe rivelarsi perfino superfluo ed è per questo motivo che il richiamo all’utilizzo della consultazione popolare contemplato nell’ordine del giorno non è stato inserito in modo vincolante, ma rimane comunque una opzione di forte valenza e tenacemente voluta.
Infine una considerazione, se mi è concesso di “sano” (per una volta) opportunismo: decidere di attendere il pronunciamento della Consulta equivale, è vero, a rimanere nell’area metropolitana, ma ciò non preclude mai la possibilità di cambiare idea in qualsiasi momento; scegliere per la provincia di Rieti – Viterbo sarebbe stata, al contrario, una scelta irreversibile, dalla quale non era più possibile tornare indietro: un autentico salto nel buio, la cui responsabilità sarebbe stata del tutto addebitabile al solo ceto politico.
Una scelta intelligente, quindi, di tutto il Consiglio, che va al di là del risultato ottenuto dai differenti ordini del giorno votati, proprio perché sul punto di non decidere non c’era alcuna divisione”.
Agostini Giulio
Consigliere Comunale di Sel