“Ancora un altro assurdo rinvio delle elezioni all’Università Agraria di Civitavecchia”. Ad affermarlo è Unione Popolare Civitavecchia. “È l’ennesimo annuncio – continuano da Up – dei sedicenti amministratori, auto dichiaratisi in carica nonostante le dimissioni di cinque consiglieri (ci dicono sei da ieri mattina), in regime di prorogatio da tre anni, senza più legittimazione tantoché è stata disposta dal Tribunale la nomina di un curatore speciale.
Ci saremmo aspettati, almeno per decenza e correttezza, le loro dimissioni dopo l’ordinanza del Tribunale e, prima ancora, in conseguenza del procedimento giudiziario che ha determinato l’arresto e successivamente l’interdizione del Presidente De Paolis. Invece ancora non intendono lasciare le poltrone, sordi agli esposti e alle proteste di decine di soci che stanno procedendo vergognosamente ad epurare; indifferenti alle denunce e alla mobilitazione dei cittadini, dei comitati e delle associazioni che rilevano irregolarità nella gestione e danni al patrimonio, opponendosi comunque anche in sede giudiziaria all’acclarata assenza di vincoli d’uso civico sulle proprietà e nonostante la dichiarata contrarietà al loro operato riscontrata da parte di tutte le forze politiche intervenute nel Consiglio Comunale aperto di mercoledì scorso. E non possiamo non rilevare che, nonostante le dichiarazioni del Sindaco Tedesco circa l’interesse per la questione della nuova giunta regionale Rocca, non erano presenti, seppure invitati, né le consigliere regionali Emanuela Mari e Marietta Tidei, né alcun rappresentate dell’amministrazione regionale, per ascoltare direttamente le voci dei tanti presenti al Consiglio Comunale aperto. Evidenziamo, inoltre, il silenzio di quei politici e influenti sostenitori che hanno fornito appoggio e voti alla lista De Paolis e ne hanno festeggiato l’elezione, quali, ad esempio, Pietro Tidei e Enrico Luciani. Non è ancora chiusa la vicenda del Piano di gestione assestamento forestale (PGAF), che riguarda i terreni del patrimonio collettivo demaniale in gestione all’UA – almeno quelli che restano dopo anni di malagestione – per i quali i comitati, le associazioni insieme alla comunità cittadina si sono mobilitati al fine di impedirne lo scempio ambientale attuato con la distruzione della macchia mediterranea, degli habitat naturali e il minacciato abbattimento del bosco della Castellina. Un tale sviamento circa la natura e gli scopi di un ente preposto alla tutela e alla cura di beni della collettività, un tale accumulo di irregolarità, abusi e deviazioni nell’amministrazione dell’ente sta producendo danni gravi ai singoli cittadini con conseguenze sull’attività di settori economici cittadini, sta paralizzando la gestione dell’ente impossibilitata a funzionare e, soprattutto, mette a rischio la conservazione e la tutela del patrimonio collettivo. Appare ovvio che tutto questo non potrebbe avvenire senza la connivenza interessata di politici, affaristi e amministratori a livello locale, regionale e nazionale, che da dietro muovono le fila. Oggi l’UA rischia la gestione fallimentare, la perdita e la privatizzazione del patrimonio residuo della comunità. Mandiamo a casa questi amministratori abusivi dell’Università Agraria! Salviamo i nostri beni comuni! Continuiamo a mobilitarci perché si vada alle elezioni e si nomini un nuovo consiglio che chieda il conto della malagestione presente e passata e rimetta l’ente sui binari della legalità”.