Ancora teatro di giovani attori al Traiano con “Piccoli equivoci” di Claudio Bigagli in scena per il cartellone delle nuove creatività. Un microcosmo di sentimenti, amori, tensioni, nevrosi, proposto con un linguaggio semplice che arriva al pubblico con una buona prova del gruppo di attori emergenti: Francesco Montanari, Diane Fleri, Mauro Meconi, Daniele De Martino, Stella Egitto, Francesco Martino.
Vivono anche di piccoli equivoci i sei amici, due ragazze e quattro ragazzi, protagonisti dello spettacolo. Ma le loro discussioni puntigliose sugli aspetti marginali, sono la scorsa, l’involucro, il contenitore dei loro amori, dell’amicizia, delle passioni, delle nevrosi che vengono superati perché la vita continua e i sei personaggi che si incontrano nell’appartamento di Paolo vanno avanti, fra i continui contraccolpi dell’esistenza. Un modo di subire, di adattarsi, di attraversare momenti di prorompente felicità e di profonda depressione. In tutti c’è lo spirito di conservazione della propria fanciullezza, la volontà di rimanere bambini, di non affrontare il peso delle decisioni, di non lasciarsi travolgere dal mondo degli adulti. Così il teatro, il mestiere, la passione che li accomuna, rimane un argomento di discussione, perché tutti, preferiscono dormire fino a tardi, guardare la televisione, discutere all’infinito, fra un caffè e l’altro. Così le relazioni che si intrecciano, le passioni amorose, la pratica del lettone sembrano una ricreazione, un passatempo, perché fra le coperte già si pensa ad altre situazioni, a matrimoni con prole, ad altre fughe. Perché anche il rapporto di coppia è una responsabilità alla quale il gruppo dei giovani dei piccoli equivoci si sottrae per la propria salvezza. Esemplare la figura di Paolo, il bravissimo, stralunato Francesco Montanari, che raccoglie questi elementi con la sua nevrosi, le sue fissazioni per l’ordine delle piccole cose e il disordine delle grandi, che con le sue infinite debolezze è il centro del mondo del gruppo in continua fuga dalle responsabilità. Così Paolo, nel finale, alla dichiarazione di felicità di Francesca che è tornata con lui risponde che deve pensarci, perché lei ha la lingua troppo grossa. Gradevole e piacevole, forse un po’ troppo recitato, questa riproposizione dei piccoli equivoci, a distanza di venticinque anni, raccoglie ancora attenzione simpatia del pubblico.