Primo appuntamento, questa mattina nell’auditorium dell’istituto Stendhal, per il progetto “ADHD, Autismo, Schizofrenia e Disturbi del Neurosviluppo”. Si tratta di un vero e proprio corso di formazione per docenti, assistenti sociali e professionisti sanitari, utile a fornire linee guida, protocolli e procedure da seguire per la gestione dei ragazzi che presentano questo tipo di disturbi. I prossimi incontri sono in programma il 9, il 16 ed il 23 novembre.
“Intorno ad un ragazzo con un disturbo del neurosviluppo – afferma la direttrice della Asl Roma 4, Cristina Matranga – è necessario attivare una rete che lo avvolga, che lo circondi e lo accompagni nel suo percorso evolutivo. Questa rete è fatta sicuramente dall’azienda sanitaria con la diagnosi, la terapia, ma anche a partire dalla scuola, che svolge un ruolo fondamentale nell’accompagnamento di questi ragazzi e anche dalle famiglie. Quindi la possibilità di realizzare un evento formativo oggi qui in una scuola a mio avviso fa la differenza”.
“La cosa importante – afferma la dottoressa Celozzi, direttore del CSM della Asl Roma 4 – è mantenere un’attenzione viva sulla valutazione di comportamenti specifici. Noi dobbiamo offrire una formazione, come quella che abbiamo attivato con questo corso, altamente qualificata, perché serve una competenza particolare anche per la diagnosi differenziale, per una valutazione iniziale, per il monitoraggio e poi per concordare con gli altri attori, quindi principalmente con la scuola, oltreché evidentemente con le famiglie, degli interventi congiunti che permettano prima di tutto di mantenere i riflettori puntati, non stigmatizzando però il disturbo, ma semplicemente cercando invece di intervenire precocemente attraverso sia trattamenti anche farmacologici anche in età evolutiva, ma soprattutto anche trattamenti educativi, trattamenti psicoterapeutici, trattamenti familiari, trattamenti socio occupazionali, quindi ad ampio spettro”.
“Questo è un evento formativo a 360° – spiega la dirigente scolastica dello Stendhal, Maria Federici – noi siamo una comunità e dobbiamo fare rete quotidianamente nelle nostre classi. I docenti, ma anche io come dirigente, così come il personale ata, ci troviamo di fronte a ragazzi che vorrei definire difficili, anche se non mi piace questo termine. È nostro dovere capirli, capire quelle che sono le loro difficoltà, accompagnarli nel loro progetto non solo scolastico, ma progetto di vita e per far ciò dobbiamo essere formati”.