Niente report settimanale sulla situazione ambientale a Civitavecchia. Come accade periodicamente, dopo settimane e settimane di pubblicazioni ininterrotte, il sito di Arpa Lazio da qualche giorno a questa parte riporta la scritta “report settimanali non disponibili”. Il sito istituzionale dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale contiene comunque una tale mole di informazioni che è possibile, arrivati alla fine dell’anno, andare a verificare come è stato il 2019 sotto il profilo strettamente ambientale.
Un test probante al riguardo è quello derivante dal numero dei superamenti dei limiti di legge dei diversi agenti inquinanti controllati. Ebbene, sulle cinque sostanze maggiormente controllate, ovvero biossidi di azoto, polveri sottili, anidride solforosa, monossido di carbonio e ozono, soltanto due hanno fatto registrare qualche superamento della soglia di allarme nell’anno che sta per finire. Si tratta del PM10, ovvero delle polveri, per le quali si sono avuti complessivamente nove superamenti, rispettivamente tre registrati alla centralina del porto e altrettanti dalle cabine di viale Togliatti e Villa Albani, e dell’ozono, con due allarmi arrivati da viale Togliatti e tre da Villa Albani. Non hanno mai avuto superamenti dei limiti di legge, viceversa, i biossidi di azoto, l’anidride solforosa e il monossido di carbonio, sostanza che viene particolarmente osservata a Civitavecchia in funzione della presenza della centrale di Torre Valdaliga Nord. Per quanto concerne i biossidi di azoto, le medie annuale sono stati, su una soglia di allarme di 200 microgrammi al metro cubo, di 18 microgrammi in Viale Togliatti, di 22 a Villa Albani, di 23 in via Morandi, di 24 al Porto e di 38 in via Roma. I nove superamenti giornalieri nel corso dell’anno per quanto concerne le polveri pongono la città al di sotto della media regionale per quanto attiene questo genere di inquinamento. Andando a spulciare i numeri forniti da Arpa Lazio si vedono situazioni sicuramente più tranquille, come ad esempio a Viterbo e Rieti, dove si sono osservati rispettivamente uno e due superamenti. Vi sono, però, realtà molto più allarmanti come alcune zone di Roma, ad esempio Tiburtina, Preneste ed Eur Fermi dove si registrano oltre venti superamenti, oppure Latina, dove ne sono state registrati dodici e Frosinone, dove i superamenti nel corso dell’anno sono stati addirittura sessantuno.