Bisognerà attendere fino alla fine di novembre per conoscere l’esito dei ricorsi presentati da Massimiliano Grasso, Sandro De Paolis e Gino Vinaccia in merito all’esito delle scorse elezioni amministrative. La decisione del Governo di accorpare i Tar periferici ha sovraccaricato la sezione del Tribunale Amministrativo Regionale di Roma, facendo slittare così l’udienza di ammissibilità. La data, non ancora ufficiale, dovrebbe essere quella del 24 novembre. La decisione del Tribunale potrebbe dunque arrivare entro Natale, con i civitavecchiesi che prima del nuovo anno sapranno se dovranno nuovamente recarsi alle urne per scegliere il sindaco e il nuovo consiglio comunale.
I tre ricorsi, lo ricordiamo, sono stati presentati per diverse motivazioni. L’ex candidato sindaco, ora capogruppo de La Svolta, chiede il riconteggio di 76 schede, 51 delle quali riferite al cosiddetto “Caso Cozzolino”, ovvero schede in cui si è votato scrivendo soltanto il nome Cozzolino a fianco del simbolo del 5 Stelle, senza alcuna croce. Secondo Grasso quei voti, assegnati al Movimento 5 Stelle e quindi all’attuale primo cittadino, avrebbero dovuto invece essere annullati. I conti non tornano nemmeno per Sandro De Paolis e Gino Vinaccia, entrambi esclusi dal consiglio comunale. Quest’ultimo, in particolare, si riferisce ai voti di una sezione specifica, la 9, nella quale, sostiene, sei delle sue preferenze sono state assegnate al candidato che lo precedeva alfabeticamente nella lista. Qualora questo dato venisse confermato, Vinaccia risulterebbe il primo tra i non eletti. Comunque, i tre ricorsi riportano d’attualità il caos assoluto che ha fatto da cornice allo scrutinio delle elezioni amministrative, con la vicenda che è tutt’ora al vaglio della magistratura ordinaria, a fronte dei numerosi e a volte incredibili e paradossali errori riscontrati dalla commissione elettorale presieduta dalla dottoressa Irene Abrusci. Nel frattempo, però, nulla è stato fatto per formare scrutatori e presidenti di seggio, affinché situazioni come quelle avvenute a cavallo tra primo turno e ballottaggio delle elezioni 2014, imputabili senza dubbio anche alla scarsa esperienza e preparazione di numerosi scrutatori, non si verifichino più.