“Il problema della collocazione istituzionale di Civitavecchia deve essere affrontata con realismo e senza nessuna pregiudiziale ideologica, valutando innanzitutto il contesto socio- economico e culturale del nostro territorio”. È quanto dichiara Paola Rita Stella del Partito Democratico, consigliere comunale e membro della commissione speciale sull’Area Metropolitana.
“L’ adozione di una delibera di non adesione all’area metropolitana secondo le intenzioni della maggioranza del governo cittadino – afferma Stella – non avrebbe alcuna valenza istituzionale ed esprimerebbe soltanto una volontà politica destinata ad indebolire la città. Il passaggio di singoli comuni dall’ area metropolitana ad una provincia limitrofa si può realizzare applicando l’articolo 133, prima comma, della Costituzione , che richiede una legge dello Stato, adottata su iniziativa del comune interessato, sentita la Regione. Il Partito Democratico ritiene che nell’attuale quadro istituzionale e con la legislazione vigente, la collocazione di Civitavecchia nell’area metropolitana sia una scelta giusta e da sostenere con forza. Scelte diverse arrecherebbero ad avviso del Pd grave danno e pregiudicherebbero il futuro della nostra città. Civitavecchia ha un innegabile legame con Roma nelle infrastrutture, nella mobilità , per il lavoro, il turismo e la cultura ed è da sempre il Porto di Roma. L’ integrazione con la città metropolitana può agganciare Civitavecchia ai flussi turistici e alle politiche di sviluppo a livello metropolitano, decisive per lo sviluppo di questo territorio. Rispetto alle ormai depotenziate provincie, la città metropolitana ha maggiori competenze, maggiore autonomia finanziaria e assorbe in sé gli stessi compiti delle tradizionali province. Fuori della città metropolitana si finirebbe marginalizzati in una improbabile provincia del nord che dovrebbe risultare dall’ accorpamento di Rieti e Viterbo. Tutto ciò in una fase in cui l’Ente Provincia vede drasticamente ridotte le sue funzioni e le sue capacità di rappresentanza e con la prospettiva dello scioglimento. Uno scioglimento peraltro invocato anche da quelle forze politiche che oggi la pongono in alternativa all’area metropolitana. Le preoccupazione di un’area metropolitana schiacciata sugli interessi di Roma sono comprensibili ma nel rapporto con la capitale Civitavecchia e il suo comprensorio possono far valere, anche ai fini di un riequilibrio territoriale e della distribuzione delle risorse, il grande peso derivante innanzitutto dal Porto, centro di riferimento per gli insediamenti produttivi di tutta l’area, la sua collocazione geografica, il suo patrimonio artistico, archeologico e naturalistico. Star fuori dall’area metropolitana collocherebbe Civitavecchia in una posizione periferica mentre i suoi interessi e le sue relazioni economiche guardano a Roma. La città metropolitana va colta come una grande opportunità in grado di cambiare il futuro di Civitavecchia soprattutto. Il problema è semmai, e questa è la proposta del Pd, di formulare proposte migliorative da inserire nello statuto della città metropolitana, in particolare: elezione diretta del sindaco metropolitano: la legge apre alla possibilità dell’elezione diretta del Sindaco metropolitano indicando le condizioni affinché ciò possa avvenire. Il Pd ritiene che la forma migliore di elezione del sindaco metropolitano sia quella diretta e intende lavorare affinché lo Statuto lo recepisca. Tuttavia consapevole dei tempi prevedibilmente lunghi per giungere alla elezione diretta del Sindaco, propone di inserire nello statuto la figura del vice sindaco metropolitano con una chiara funzione esecutiva e che tale figura sia scelta tra i rappresentanti della Provincia al fine di garantire un più giusto equilibrio di rappresentanza. Integrare le funzioni della Giunta: il consiglio metropolitano appare nei numeri e nelle funzioni insufficiente a governare un territorio vasto e complesso come quello dell’area metropolitana è necessario pertanto promuovere degli strumenti all’ interno dello statuto in grado di sostenere l’azione del Consiglio e farlo al meglio aderire alle varie realtà territoriali. Si tratta nella sostanza di operare dall’interno al fine di migliorare la capacità operativa degli organismi dell’area metropolitana, di garantire un giusto equilibrio delle rappresentanze istituzionali, di impedire che interessi egoistici possano prevalere su quelli più generali delle comunità, di far sì che “la periferia” non sia considerata tale, ma parte di un disegno organico in cui tutte le risorse trovino la loro più razionale e migliore utilizzazione. Al fine di garantire la necessaria informazione ai cittadini sarebbe utile aprire sul sito istituzionale un portale sulla città metropolitana che possa costituire un importante strumento di partecipazione democratica”.