I quartieri a nord di Civitavecchia possono stare tranquilli: potrebbero non arrivare più ordinanze di non potabilità dell’acqua per la presenza di arsenico in eccesso. Le aree servite dal Consorzio Medio Tirreno, Borgata Aurelia, Ente Maremma, Pantano, Sant’Agostino, La Scaglia, via Tarquinia, Punton de’ Rocchi, Santa Lucia e Braccianese Claudia, dove si riscontra mediamente la concentrazione di 13/14 microgrammi per litro di arsenico nell’acqua, potrebbero infatti beneficiare del provvedimento della Regione Lazio che alza a 20 milligrammi per litro la soglia oltre la quale deve essere emessa un’ordinanza di non potabilità. Sulla questione vige il massimo riserbo, ma sembra che la giunta Polverini, che si trova a dover fare i conti con ben 90 comuni alle prese con il troppo arsenico nell’acqua, stia per emettere un provvedimento che solo in parte accoglie le istanze dell’Unione Europea. Come si ricorderà, in sede comunitaria era stata bocciata la richiesta di deroga presentata dall’Italia per consentire la potabilità fino alla presenza di 50 microgrammi di arsenico nell’acqua. La stessa Unione Europea aveva sottolineato che la soglia massima da considerare era quella di 10 microgrammi per litro, oltrepassati i quali possono determinarsi rischi per la salute umana. Ma, evidentemente, la stragrande maggioranza dei comuni del Lazio superano abbondantemente quota 10 microgrammi e per evitare che tutti siano costretti ad emettere ordinanze di non potabilità, starebbe per essere varato il provvedimento della Pisana. Sulla questione interviene anche Legambiente, che, ricordando come il Lazio da metà dicembre sia in stato di emergenza per l’arsenico nell’acqua potabile in alcuni comuni, sottolinea come ancora oggi da parte della Regione manchi una qualsiasi azione coordinata e di informazione ai cittadini. Per l’associazione ambientalista, non solo nessun passo è stato fatto in questa direzione ma ora nel silenzio si cerca come via d’uscita di aggirare l’ostacolo.