Garantire a tutti i detenuti l’erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi e cura sulla base degli obiettivi generali di salute, dei progetti specifici e dei livelli essenziali di assistenza fissati dalla Regione Lazio. Queste le finalità della “Carta dei Servizi Sanitari per i cittadini reclusi negli istituti di pena di Civitavecchia”, presentata nel pomeriggio di oggi presso la Direzione Generale della Asl RmF in via Terme di Traiano. Il documento, primo del genere nel Lazio ed uno dei pochi già in vigore in Italia, è stato illustrato dalla direzione della Asl, dal Garante dei Detenuti del Lazio Angiolo Marroni, dai direttori dei due Istituti di Civitavecchia Sergi e Bravetti, e dai responsabili sanitari che operano nelle carceri: il dottor Turchetti (Medicina) e il dottor Sadun (Psichiatria).
La Carta dei Servizi Sanitari per i cittadini reclusi negli istituti di pena è il primo frutto concreto del Tavolo tecnico congiunto tra Asl, carceri e Garante dei diritti dei detenuti istituito, nell’ambito del DPCM del 2008 – che regolamenta il passaggio delle competenza della medicina penitenziaria dal Ministero di Giustizia alle Asl – per rappresentare una cabina di regia deputata a monitorare la ricaduta della riforma sulla vita dei detenuti e sull’efficacia dell’organizzazione della asl.
La Carta sancisce che i detenuti che ricorrono al servizio per un bisogno sanitario “hanno analoghi diritti e doveri dei cittadini in stato di libertà, in conformità all’ordinamento penitenziario e, comunque, secondo quando sancito dalla Costituzione”. Al suo interno sono riepilogate le prestazioni mediche cui ha diritto il cittadino privato della libertà personale, oltre alle modalità e alla tempistica per la loro fruizione. E’, altresì, previsto, che la Carta possa subire modifiche, sulla base dei risultati ottenuti con la sua applicazione, a cura del Tavolo tecnico.
“Nel Lazio la situazione del sistema sanitario penitenziario è molto delicata – ha detto il Garante Angiolo Marroni – e quello alla salute è il diritto più violato in carcere. Registriamo emergenze quotidiane fra mancanza di personale medico e paramedico, carenza di fondi, dotazioni tecnologicamente superate e strutture fatiscenti e la situazione non fa che peggiorare con l’aumento continuo dei detenuti. Date queste premesse, la Carta dei servizi sanitari della Asl Rm F mi sembra un ottimo motivo di speranza. Di questi tempi, aver sancito che anche i detenuti hanno diritto alla tutela della loro salute è un gran bel risultato che riavvicina il carcere alla società”. Secondo la dott.ssa Maria Claudia Di Paolo, Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, “per questa regione, con i suoi 14 istituti penitenziari, la carta dei servizi è la formalizzazione e realizzazione delle buone prassi esistenti tra le direzioni dei 2 istituti penitenziari, la Asl e il Garante, oltre che recepire pienamente gli allegati del DPCM del 1 aprile 2008”. Secondo il Direttore generale della ASL Roma F Salvatore Squarcione, “Attraverso lo strumento della carta dei servizi , viene sottolineato il rispetto di ogni singolo cittadino presente negli istituti penitenziari e la possibilità di conoscere i servizi erogati facilitandone la loro fruibilità”. Infine, il Direttore sanitario della asl Giuseppe Quintavalle ha aggiunto che «la costituzione di un tavolo permanete presso la ASL composta dal sottoscritto, DSM, resposabile sanitario delle carceri, insieme con il garante e le direttrici, rappresenta lo strumento fondamentale per lo sviluppo di sinergie finalizzate alla messa in atto di buone prassi nel campo dell’Assistenza sanitaria penitenziaria”.