“Come organizzazione sindacale non possiamo che esprimere seria preoccupazione per la leggerezza con la quale il Comune sta affrontando l’intera vicenda delle partecipate. Una leggerezza questa, che coinvolgerà non soltanto il destino delle partecipate, ma tutta la cittadinanza nessuno escluso”. Inizia così una dura nota stampa firmata dalla segretaria confederale dell’Ugl Fabiana Attig, che attacca Palazzo del Pincio sulla vicenda NewCo.
“Nel merito – afferma Attig – all’incontro del 9/02/2015, abbiamo chiesto, come UGL al Sindaco e all’assessore, senza peraltro ricevere risposta, come intendevano aggirare i vincoli del dispositivo combinato della riforma madia, in merito alla creazione di una nuova società e ai vincoli di bilancio posti. Abbiamo fatto presente che, il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, non contempla nessuna possibilità di costituire nuove società rispetto la situazione che ha il nostro Comune. Solo nel caso di comuni che ad oggi non hanno società pubbliche possono avvalersi di questa facoltà art. 5 del T.U. ” la costituzione di nuove società debbono avere obiettivi gestionali sulla base di parametri qualitativi di convenienza economica in ragione alla destinazione delle risorse pubbliche, tale scelta deve tenere conto del principio di efficienza efficacia ed economicità dell’azione amministrativa”. Pertanto tale articolo non rientra nella fattispecie del comune di Civitavecchia. Sgomberato il campo da questo possibile equivoco, vorremmo porre all’attenzione degli amministratori tutti, ivi compresi quelli all’opposizione, di quanto sia grave e degenerata la vicenda partecipate. Le poche domande che ci sentiamo rivolgere verso chi ha la facoltà di intervenire sono le seguenti: come si intendono garantire i livelli occupazionali della Holding Hcs e delle sue partecipate? Visto che, i presupposti di un risultato negativo per 4 anni dei cinque precedenti impongono una fusione o soppressione o cessione della società? E come si pensa di far fronte al prossimo esercizio di bilancio con il fondo di accantonamento previsto nell’art. 21, dove le amministrazioni comunali partecipino all’accantonamento in un apposito fondo vincolato un importo PARI al risultato negativo non ripianato a decorrere dal 2015, 2016 e 2017. Purtroppo ad oggi sappiamo che 18 mesi di inerzia ( possibile reato perseguibile ) verso la redazione di un nuovo piano di riorganizzazione delle partecipate, il Comune non è stato in grado neppure di contenere la spesa attraverso i suoi delegati e consulenti. l’Assessore Savignani, il liquidatore Micchi, il Dirigente Rapalli Responsabile al Controllo Analogo, nonché Vice Segretario Generale del Comune e i molteplici consulenti, hanno determinato il danno che segnerà definitivamente la Governance del Comune di Civitavecchia. Il debito delle partecipate è infatti salito a livelli ormai insostenibili si parla di oltre 40 milioni di euro, rispetto i 23 Milioni censiti dal Commissario prefettizio alla data del 23/12/2013. Questo sta a significare che il sindaco dovrà accantonare nel prossimo bilancio una cosa come 20 – 25 milioni di euro. Se non vi è una presa di coscienza di quanto sta avvenendo e non si corre subito ai ripari il destino, purtroppo, di molti lavoratori tra cui anche quello dei dipendenti pubblici sarà segnato. La città avrà una contrizione economica sociale degna dell’immediato dopo guerra. Occorre un intervento forte da parte della politica, un intervento, non sono e non possono certo le organizzazioni sindacali intervenire intervenire negli indirizzi e nelle programmazioni politiche. Se non c’è subito, una inversione di marcia da parte del Sindaco Cozzolino e della Giunta Pentastellata, rispetto alle poche confuse linee che hanno delineato, allora vuol dire che la città è già morta”.