Non solo sindaco. Non solo presidente. Gianni Moscherini “re”. L’area demaniale dell’Autorità Portuale potrà cessare di essere – come tanto spesso in passato si è detto – una sorta di regno a sé stante e fondersi con la città, sotto un’unica egida, quella di un Gianni Moscherini sindaco e presidente dell’Authority. L’ipotesi è tutt’altro che remota, praticabilissima sulla carta, visto che sembrerebbe non esistere una formale incompatibilità.
Inserito già da Tarquinia nella terna di nomi da far pervenire al Ministero per la presidenza dell’Autorità Portuale, stamattina Moscherini ha ottenuto anche il sostegno del consiglio comunale di Civitavecchia – riunito all’aula Pucci – che ha approvato un ordine del giorno (18 favorevoli, 2 astenuti – Fiorentini e Moscherini, 2 contrari – Manuedda e Petrelli) dando mandato al sindaco di far pervenire a Roma, oltre ai nomi di Pasqualino Monti e di Enrico Luciani, anche il suo. Moscherini, quindi, firmerà una nota ufficiale nella quale indicherà se stesso tra i papabili candidati alla guida di Molo Vespucci.
“Non lo avrei fatto – ha dichiarato questa mattina ai margini della seduta consiliare – se non fossi stato convinto dall’odio che l’opposizione ha di nuovo manifestato nei miei confronti. Penso quindi che abbiano bisogno di uno schiaffo”. Il ministro, tra i nomi fatti pervenire dagli altri nove enti interessati (dalle province di Roma, Viterbo e Latina, camere di commercio ancora di Roma, Viterbo e Latina, comuni di Tarquinia, Fiumicino e Gaeta) e tra cui Civitavecchia è l’ultimo, adesso dovrà scegliere il nome del futuro presidente, di concerto con la presidente della regione, Renata Polverini. Ma quella di un Moscherini sindaco-presidente è solo una delle possibilità. Ipotesi affascinante ma, certo, non molto efficace nei suoi eventuali risvolti pragmatici. Come non lo sarebbe, in fondo, quella di un Moscherini al porto ma al contempo “costretto” a fare i conti con chissà quale consiglio comunale e chissà quale sindaco, dal quale ogni variante di piano regolatore deve pur sempre passare. Meglio forse, allora, restare sindaco e sollecitare al porto Pasqualino Monti.
“La mia indicazione di Monti – ha detto Moscherini stamattina – partiva dalla necessità di dover ricostruire in porto un sistema avviato dalla presidenza Ciani sui binari della decadenza, ricostruzione che può avviare solo un dirigente che come Monti conosce il porto, le imprese e gli operatori”. Sincerità o ipocrisia? L’opposizione stamattina non ha avuto dubbi: tutto il consiglio comunale di oggi, e ogni singola parola, è stata un gesto di ipocrisia. Dito puntato non solo verso il sindaco ma anche contro il presidente del consiglio comunale, Francesco Cappellani, che in aula ha detto che “se Monti è preparato e se anche la candidatura di Luciani è legittima, allora non si può non dire che il vero candidato naturale è Gianni Moscherini”. L’opposizione è scattata in piedi e si è profusa in un applauso ironico. “Siamo di fronte a un pezzo di teatro – ha detto il capogruppo del Pd, Marco Piendibene – tale da fare invidia alle migliori compagnie nazionali. Moscherini ha proposto Monti per bruciarlo, ma siccome la sua indicazione ha ricevuto moltissimi apprezzamenti la situazione è sfuggita di mano al primo cittadino. Per ristabilire gli equilibri, quindi, è stato necessario questo consiglio comunale, con un elemento di turbativa, il nome di Enrico Luciani, che non ha nessuna possibilità, lanciato dal sindaco e ripreso da Alessio Gatti”.