“Con la caduta di Tidei si è finalmente chiusa l’ “era dei Califfati”. L’era iniziata con Moscherini e chiusasi ieri con l’esonero di Tidei. Civitavecchia si è liberata una volta per tutte di un modello politico del tutto estraneo al centrosinistra; un modello che vede nell’imposizione sul territorio, nell’occupazione dei posti di potere, cittadini e nazionali, nel non confronto e nella slealtà al programma elettorale i cardini su cui si impernia”.
“La moneta con cui è stato ripagato, da parte di chi ha deciso di mettere al primo posto il bene della città, è stata giusta e proporzionale ai metodi portati avanti dall’ex Califfo durante il suo mandato. Un atteggiamento autoritario che non ha portato da nessuna parte, se non al logoramento dei rapporti e all’immobilismo più totale dell’azione amministrativa, ben lontana dal saper rispondere ai problemi ed alle aspettative dei cittadini. Oggi, tra un’accusa di tradimento e l’altra, si dimentica che Civitavecchia in questo anno e mezzo ha finito ciò che non era stato ancora finito: il suo crollo. A cadere non è stata la giunta, ma la città tutta, rimasta succube dei colpi inferti da un Califfato, composto nella maggior parte da adepti, che non hanno fatto altro che girare la faccia dall’altra parte e non vedere ciò che invece era evidente, palese ed eclatante: l’immobilismo e l’agonia di una intera città. Nulla o poco è stato fatto in questo anno e mezzo. Niente è stato fatto per fermare l’emorragia di lavoro che colpisce ormai tutte le fascie sociali. Niente è stato fatto per favorire sviluppo, cooperazione con il porto, con la Regione, con lo Stato. Nulla. Niente, in definitiva, è stato più lontano da quello che ci si sarebbe aspettati da un’amministrazione di centrosinistra. Possibile che nessun interrogativo sia balzato nella mente dell’ex Califfo mentre i più votati del centrosinistra, Magliani e Petrelli, dicevano stop a questa esperienza amministrativa? Possibile che ancora, a 36 ore dalla sfiducia, il Califfo ed i suoi fedeli, proseguono nel teatrino svilente delle accuse reciproche senza cercare di capire le “vere” ragioni della sconfitta politica subita? Forse cercano di ignorare che la sconfitta è arrivata principalmente dall’aver tradito il programma del centrosinistra?: il codice etico, l’Italcementi, l’acqua pubblica, la politica cleintelare degli articoli 90 (anche questa volta in misura elevata), le nomine di dubbie professionalità nelle società municipalizzate. Non sarebbero questi gli elementi giusti di riflessione per comprendere una sconfitta? Invece si continua ad accusare, a regalare uno spettacolo indecoroso di accuse e tradimenti, anche ad opera di chi, nel 2006, (ricordate?) sfiduciò un sindaco del suo stesso colore politico (Gino Saladini) senza oggi risentirne minimamente in termini di coerenza. Siamo felici che il nostro invito rivolto ai compagni di Sel alcuni mesi fa sia stato recepito: la spina è stata staccata. Ma non è stata staccata solo a questa amministrazione. La spina è stata staccata, e noi ci auguriamo che che sia la fine di un epoca intera, quella dei califfati di Tidei e di Moscherini. Adesso alla sinistra, quella vera, toccherà il compito di ricostruire tutto. Ricostruire la dignità dell’agire politico, attraverso il dialogo con i cittadini, attraverso la scelta di un sindaco che sia di Civitavecchia e non calato dall’alto. Occorre rimboccarsi le maniche, perchè il tempo scorre inesorabile e le alternative, allo stato, sono poche. Bisogna ricreare il dialogo tra le forze della sinistra, ma a anche a quelle sane moderate di centrodestra, mondate da Berlusconi e dal berlusconismo, che tengono al bene di Civitavecchia. Bisogna ripartire, e farlo in fretta”.
Azione Civile
Civitavecchia