La punta di un iceberg. La situazione denunciata da un gruppo di soci e dipendenti della Ccms, che da dicembre si ritrovano a fare i conti con la sospensione del pagamento della cassa integrazione, non è un’eccezione, ma uno dei tanti casi che si riscontrano a Civitavecchia. Secondo il segretario generale della Fiom Cgil, Elsa Bertero, non solo le dichiarazioni dei lavoratori della Ccms sono vere, ma riguardano anche la cassa integrazione ordinaria e quella in deroga, e più in generale un problema con cui stanno facendo i conti i dipendenti di quasi 30 imprese del territorio, che hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali per un totale di 600 unità.
“Tanti fattori – spiega Elsa Bertero – hanno portato alla perdita dei posti di lavoro, al momento non più recuperabili, come la fine progressiva del cantiere Enel di Torrevaldaliga Nord, la crisi generale, la mancanza di commesse e di una programmazione seria e lungimirante della quale rendiamo responsabili le istituzioni, ancorché da noi più volte sollecitate”. Lo spettro della disoccupazione vera si prospetta ora anche per i cassaintegrati, compresi quelli della Ccms, ma la Fiom Cgil non ci sta e si è attivata per raggiungere due obiettivi: il riassorbimento di tutti i dipendenti delle varie aziende e il sostegno ai disoccupati. “Per arrivare a questo – dichiara Elsa Bertero – occorrono però alcuni elementi fondamentali ed alcune azioni immediate. Gli elementi fondamentali riguardano le aziende ed il tipo di gestione della crisi che intendono applicare e che certo non può essere il mero taglio dei posti di lavoro. Il ricorso agli ammortizzatori sociali deve essere considerato come un evento eccezionale e non il modo per scaricare sulla collettività situazioni aziendali, qualche volta determinate da errori di gestione o di programmazione. Si chiede quindi alle aziende di parlare chiaro, di essere disponibili ad un confronto collettivo anche attraverso le loro associazioni, un confronto con le organizzazioni sindacali che si affianchi alle richieste che le stesse stanno da tempo facendo alle istituzioni, il Comune di Civitavecchia e la Regione Lazio. Dal mese di dicembre, sul tavolo della Regione c’è una richiesta di Cgil, Cisl e Uil, l’ennesima, per la riapertura di un confronto sulla crisi del territorio. Un confronto che coinvolga tra gli altri Enel, Tirreno Power, Autorità Portuale e che finalmente parli di programmazione e di futuro – conclude Elsa Bertero – un futuro che non può essere fatto di disoccupazione o di cassa integrazione”.