Circa quaranta tonnellate di tonno rosso, spacciato per tonno ala lunga e per un valore commerciale di 350.000 mila euro, sono state sequestrate dalla Capitaneria di Porto di Civitavecchia nel corso di un blitz svoltosi nella notte tra lunedì e martedì. Il pesce era stato catturato presumibilmente nel canale di Sicilia e pronto per essere immesso in parte sul mercato italiano, in parte all’estero. L’operazione ha visto l’impiego di 15 uomini, divisi in tre pattuglie che, appostati agli imbarchi delle navi in partenza, hanno controllato diversi tir, individuandone due con un carico sospetto.
I mezzi, appartenenti a un’azienda siciliana, trasportavano grossi quantitativi di pesce dichiarato, come tonno alalunga, ma di fatto tonno rosso, specie a cattura “contingentata” e per la quale le leggi Comunitarie prevedono una particolare procedura di tracciabilità e l’obbligo di avere al seguito il documento di origine. Un terzo mezzo, fuggito in un primo momento ai controlli, grazie alla collaborazione della Polizia Stradale di Ladispoli, è stato rintracciato e fermato sull’autostrada per Roma, all’altezza di Torrimpietra, e scortato in porto. Due dei tre carichi stavano per essere imbarcati sulla nave per Barcellona, l’altro avrebbe raggiunto qualche provincia del Sud Italia, destinato, probabilmente al mercato italiano. Oltre al sequestro, sono stati elevati tre verbali amministrativi, per un totale di dodicimila euro. L’operazione, frutto di giorni di indagini approfondite, alla quale hanno collaborato il nucleo speciale investigativo del Comando Generale delle Capitanerie di porto, è la più vasta, per quantitativo di pesce sequestrato, che la Guardia Costiera abbia effettuato prima d’ora. Il tonno confiscato, che comunque inciderà in modo significativo sulle quote che la Comunità Europea ha destinato all’Italia, è stato venduto, una volta avuto il nulla osta per la commercializzazione dei veterinari, ad una azienda specializzata di Porto Santo Stefano. “I controlli della Capitaneria di Porto – ha spiegato il Comandante Pietro Giuseppe Vella, Direttore Marittimo del Lazio – non avvengono solo in mare ma riguardano tutta la filiera della pesca, dai mercati, alle autostrade, ai ristoranti. Abbiamo fornito una dettagliata relazione di quanto avvenuto all’Autorità Giudiziaria, che in queste ore sta verificando se si siano configurati dei reati”.