Il successo era già preannunciato dato il valore artistico e la notorietà del musicista ma molti di coloro che sono intervenuti al concerto che Stefano Bollani ha tenuto sabato scorso alla Cittadella della Musica si sono entusiasmati oltre che per la esibizione di eccezionale livello pianistico, anche per le performances che l’artista ha offerto al pubblico presente.
Bollani non si è limitato infatti a presentare le sue personali interpretazioni, potremmo dire le sue riscritture di brani più o meno noti, ma ha saputo introdurli di volta in volta con intelligenza e sensibilità, dimostrandosi un artista completo, un uomo sensibile, brillante, dotato di grande arguzia. Ed ha saputo trascinare il pubblico che si è emozionato ma anche divertito soprattutto quando ha accompagnato alcuni pezzi come la celeberrima Besame Mucho con sussurri, parole che stravolgevano il testo in modo buffo, o come quando ha recitato la poesia di un suo amico “Il lonfo”, in una lingua inventata di sana pianta in cui si racconta la favola della cicala e della formica, vista dalla parte della cicala, eseguendola poi al pianoforte. Ma applausi continui per i pezzi di Fabio Concato e di Battisti e per la sua originale rivisitazione di Guapparia o di Roma nun fa la stupida stasera o cantando in un milanese molto comprensibile la divertente “Faceva il palo nella banda dell’Ortica” che ha anche cantato, sempre a modo suo Tutti i presenti, tra cui molti giovani e diversi musicisti, sono stati ovviamente conquistati dalla sua eccezionale bravura allo strumento che ha usato alternando forza espressiva e leggerezza, talora pizzicando con tutto l’avambraccio, passando da un brano all’altro con una disinvoltura ed una apparente facilità ma con l’ innegabile competenza di grande professionista che gli ha valso innumerevoli riconoscimenti a livello internazionale, soprattutto dal mondo del jazz.