“L’arrivo improvviso nella nostra città di circa 700 migranti, trasferiti dall’isola di Lampedusa e alloggiati presso la ex caserma De Carolis, ha certamente rappresentato un momento di novità rispetto al normale scorrere delle cose e della vita, sociale e politica, di Civitavecchia”. A parlare Franco Boriello dell’Area Programmatica “La CGIL che Vogliamo”.
“Purtroppo – continua Boriello – anche qui come in tutte le altre parti d’Italia dove ciò è avvenuto, o deve avvenire, le varie e più disparate correnti di pensiero danno vita e mettono in atto azioni e situazioni, diverse, contrapposte, contraddittorie. Accade così che chi “mosso dall’impulso di manifestare la solidarietà” aggiunga tensioni, problemi, confusione , a quelle già esistenti di tali situazioni. Così accade che Organizzazioni, Associazioni, forze politiche, o i loro rappresentanti nelle varie istituzioni “premano per rappresentare la loro solidarietà” nelle forme e nei modi propri della politica dell’apparire dell’esserci. Si cerca, in questa affannosa rincorsa “a rappresentare la propria Solidarietà” a ricercare incontri, audizioni, confronti con soggetti Istituzionali,ad esempio il Prefetto, la Regione, Dirigenti locali delle Forze dell’Ordine e altri, per chiedergli delle impropabili ed impossibili soluzioni o interventi che da quei livelli, ai quali va tutto il mio rispetto per il ruolo, le funzioni e alle persone, non potranno mai venire. Non certo per incapacità o non volontà, ma perché è chiaro, per chi vuole vedere, che tali livelli sono collocati nella scala delle responsabilità aldisotto di quello in cui vengono assunte le decisioni e le azioni conseguenti, di cui invece loro sono degli esecutori. Ed allora chiedo a questi soggetti che utilizzano il loro status di parlamentari, onorevoli o rappresentanti di Organizzazioni e Associazioni sociali e politiche che magari organizzano processioni di presenze, “per portare solidarietà” se così è , se veramente farlo così è la maniera compiuta, tangibile e utile a centinaia di persone che vivono reali e immensi disagi personali e fisici da molto tempo? Forse non sarebbe invece meglio, proficuo e utile, per chi da un mese viene “sballottato” dal mare, dall’aver vissuto allo stato brado, per giorni e giorni a Lampedusa, per essere poi imbarcato e destinato in un nuovo luogo, con i disagi derivanti, che chi è veramente “portatore di solidarietà” che prendano ed abbiano contatti diretti con i responsabili in loco, Civitavecchia, dell’Amministrazione Comunale, delle Forze dell’Ordine, della Croce Rossa? Da tali contatti sicuramente si potrebbe sapere e conoscere di quali aiuti i migranti abbiano reali bisogni, per esempio magari di quantità maggiori di acqua, o di integrare gli alimenti forniti, di saponi e altro per la igiene della persona, o anche di sigarette, che potrebbero essere acquistati da tutti questi soggetti, “portatori di Solidarietà” e consegnati alla Croce Rossa o alla Protezione civile o all’Ammistrazione Comunale, per la corretta distribuzione, coadiuvando gli sforzi di chi sta cercando, nel mezzo di mille difficoltà, di prestare la propria attività per aiutare tutte queste persone che vivono, giova averlo sempre chiaro e netto, reali e quotidiane difficoltà, in una terra straniera. Sicuramente, sì facendo, forse riusciremo veramente ad essere ospitali e solidali”.